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La Polizia di Stato di Reggio Calabria ha eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di elementi di spicco della potente cosca di ‘ndrangheta degli Alvaro, egemone nel comprensorio di Sinopoli e Cosoleto.
La vasta operazione di polizia giudiziaria, che ha anche interessato la capitale, ha permesso di documentare le diverse attività criminali della cosca mafiosa, ritenuta una delle più potenti e pericolose del panorama criminale nazionale con diramazioni in Europa ed oltreoceano.
Nel dettaglio
Continuava a reggere le sorti della sua cosca dall’interno del carcere, Carmine Alvaro, boss dell’omonima cosca di Sinopoli. Carmine Alvaro, di 56 anni, detto «u capirtuni», era stato arrestato dalla squadra mobile di Reggio nel luglio del 2005 dopo due anni di latitanza. In questo periodo, secondo gli investigatori, nonostante la detenzione del carcere di Monza, avrebbe comunque continuato a gestire gli affari della cosca. Il genero di Alvaro, Domenico Cutrì, di 36 anni, è stato ucciso nel settembre scorso davanti al cimitero di Sinopoli. Pochi giorni dopo, il suo presunto assassino è stato ucciso per vendetta nelle campagne romane. Carmine Alvaro sta scontando condanne definitive per oltre 15 anni di reclusione per associazione mafiosa ed armi. L’inchiesta che ha portato all’operazione di oggi lo vede coinvolto per riciclaggio nei comuni della cintura di Roma. Complessivamente le ordinanze emesse dal gip su richiesta della Dda reggina al termine delle indagini della squadra mobile sono 14, due delle quali eseguite dai carabinieri.

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