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Salvatore Pacenza, consigliere regionale dei Popolari Europei verso il Pdl, non usa mezzi termini e chiede l’intervento della Regione in favore dell’azienda Gres 2000 al fine di favorire la ripresa della produzione industriale. L’interrogazione della quale è firmatario è rivolta al presidente, Agazio Loiero, e agli assessori Mario Maiolo e Francesco Sulla.
Pacenza chiede, inoltre, che venga accertata se «in questi anni i destinatari del finanziamento da 52 milioni di euro abbiano ottemperato agli obblighi previsti dalla Legge 488 e, nella mancata eventualità, se porteranno il tutto all’attenzione dell’Autorità giudiziaria. Infine è da accertare se si intende accelerare presso il ministero competente l’istruzione delle pratiche concernenti il rilascio della cassa integrazione straordinaria per alleviare la situazione economica disastrosa dei 214 lavoratori senza stipendio da ormai cinque mesi». Ma la vicenda legata alla Gress 2000 di Crotone è storia “vecchia”. Come Pacenza stesso spiega nella missiva «sul finire del 2007 l’aziende, operante nel settore delle piastrelle in ceramica e materiali refrattari, è sprofondata in una preoccupante crisi finanziaria. Questa nasce nel 2002 grazie ad un incentivo di ben 52 milioni di euro di fondi provenienti dalla legge 488. Secondo quanto appreso, sembrerebbe che la crisi aziendale sia dovuta alla recessione in atto nel mercato delle piastrelle in ceramica che ha determinato anche in Gres 2000 una drastica frenata della produttività. A testimonianza di ciò, intervengono le esperienze acclarate di alcune aziende del nord Italia situate nel distretto tra il sassolese e il modenese. Anch’esse si trovano alle prese con le stesse problematiche di mercato».
«Sempre nello stesso periodo – aggiunge Pacenza – si registra il primo avvicendamento ai vertici societari dell’azienda. La società proprietaria di Gres, la «Griko finance», composta da una cordata imprenditoriale che vede a capo Mularoni vende tutto a Vittorio Borelli, anch’egli modenese, su cui si hanno scarse notizie dell’attività imprenditoriale passata. Borelli diventa l’amministratore unico della società. A partire da questa data, cominciano a saltare i pagamenti dei lavoratori. I fornitori, al contempo, non fanno più credito all’azienda che ha una situazione debitoria elevata (forse superiori agli 8 milioni di euro in quel momento). Sembra ci siano ancora una serie di crediti da riscuotere per le commesse già completate che non serviranno però ad appianare i pesanti debiti. Nello stabilimento, intanto, manca la materia prima per avviare la produzione. Le sei linee per la lavorazione, se mandate a regime, sfornano tra i 5 e 600 metri quadrati di piastrelle al mese. In quel momento si lavora con una sola di esse. Arriva il primo stop della produzione. Dopo numerosi incontri svoltisi in Prefettura a Crotone, cui partecipano, oltre agli amministratori pubblici locali, anche i rappresentanti aziendali e sindacali, si giunge alla richiesta di Cassa integrazione ordinaria».
«Tra il settembre e l’ottobre del 2008 – ricorda il consigliere regionale del Pdl – viene chiamato a rivestire la carica di direttore generale dell’azienda Roberto Spaggiari, professionista riconosciuto e già impegnato in importanti salvataggi industriali. Il 24 novembre del 2008 il dg Spaggiari annuncia che è lui il nuovo proprietario dell’azienda. Secondo quanto riferito in una missiva indirizzata alle organizzazioni sindacali, Spaggiari, dice di aver rilevato l’azienda per una somma pari a «otto cifre. Il nuovo amministratore unico Vittorio Borelli, infatti, non ha mai pagato le quote rilevate e i fondatori dell’azienda avevano iscritto pegno sul 100% di esse. Ecco quindi che la Griko vende il credito al dg Spaggiari che nel frattempo chiede l’escussione del pegno al Tribunale di Modena. La Regione Calabria – conclude – il 4 dicembre del 2008, al termine di una riunione al dipartimento delle Politiche del lavoro con le rappresentanze della proprietà e delle organizzazioni sindacali, ha espresso parere favorevole in merito all’istanza presentata per la Cigs. Parere, questo, su cui si attende da allora il pronunciamento del ministero competente».

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