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di FRANCESCO SIBILLA
Moriero lo ha fatto capire: chi vuole aggiudicarsi il campionato deve mantenere un rendimento esterno superiore alla media, senza vincere lontano da casa si può anche arrivare lontano, ma non primi. Da questo punto di vista la missione del Crotone a Lanciano è pienamente riuscita: il ritorno ad un successo fuori casa che mancava da un mese e mezzo permette infatti ai rossoblu di conservare il primato e acquisire maggiore convinzione nei propri mezzi.
E’ stata la terza vittoria esterna nel girone di ritorno. In tutto il girone d’andata il Crotone ne conquistò soltanto due: evidente il salto di qualità.
Non solo i tre punti possono lasciare soddisfatto Moriero: i rossoblu sono quasi sempre sembrati padroni della situazione, hanno gestito a piacimento il ritmo della gara, incrementandolo fino al gol del vantaggio e abbassandolo quando si è trattato di gestire.
Il Lanciano, nervoso e con poche idee, ha proceduto avampatema di pericoli veri e propri ne ha creati pochi: una sola, vera parata di Concetti in tutta la partita, tanto per capire. Ma la particolarità del primato è un’altra.
Il Crotone va a prescindere dagli interpreti (Galardo e Petrilli sarebbero decisivi in qualunque squadra del girone) e dall’assetto, con Moriero che prima è passato al 4-1-4-1 e per una volta non ha disdegnato di chiudere con un 5-3-2 mai visto prima e Figliomeni a dare polpa alla difesa comunque mai in affanno.
Squadra psicologicamente al top: entra Orosz e tampona, ed è da tutte le parti, tutti aiutano tutti, sparita l’immagine tattica di una squadra statica (come a Cava dei Tirreni, quando si buttarono via tre punti già in ghiaccio), o coi settori troppo distanti e con giocate solo in orizzontale (come a Potenza, la peggior esibizione del 2009).
Nelle due precedenti occasioni in cui aveva conquistato il primato, il Crotone l’aveva subito perso, adesso no: segno che la squadra è maturata. Calil (nella foto), o Caetano, ormai viaggia verso la monumentalità. Settimo gol in campionato, il terzo decisivo in altrettanti “unoazeropernoi”, come contro il Marcianise alla terza giornata o contro il Foggia al giro di boa. Da brasiliano triste a protagonista felice, che parla di serie B, della voglia di tornarci, lui
che addirittura era piombato in Calabria da Siena. Lui che doveva partire, che era certo che partisse, che nessuno avrebbe fatto i salti mortali per trattenere. Ha avviato e concluso l’azione decisiva, quasi da calcetto, apertura a destra e inserimento centrale per andare a chiudere di testa. Col suo passo, non da rapace, come se sapesse già dove la parabola di Aurelio sarebbe andata a finire. Ha senso della posizione ed è tremendamente concreto: la primavera è la sua stagione, quella in cui vengono fuori coloro che non puntano tutto sul fisico e la corsa.
Sabato si rigioca, non c’era il tempo per fermarsi. Piscina e massaggi per chi è andato in campo a Lanciano, gli altri hanno lavorato coi preparatori Borelli e Massara. Oggi seduta pomeridiana allo “Scida”.

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