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di ANTONELLA CIERVO
IL problema, come al solito, è il tempo. ce n’è poco per dare pace ai circa 40 imprenditori che da oltre un anno sono costretti a scorciatoie inenarrabili per raggiungere le loro aziende. I lavori dell’Anas sulla statale 99 fra Altamura a Matera hanno infatti letteralmente chiuso, quando non impedito, l’ingresso agli stabilimenti. Entro i prossimi 15 giorni si dovrebbe, dunque, giungere ad una soluzione operativa che ancora non si sa a chi spetta e soprattutto come dovrà essere attuata.
Il tema quanto mai drammatico è giunto ieri mattina sul tavolo della Prefettura dove si sono incontrati alcuni imprenditori e rappresentanti di Anas, Comune, Provincia di Matera e Ugl.
Al centro del confronto un fitto scambio di opinioni che si è concluso con un impegno a fissare un sopralluogo tecnico entro 10 giorni dal quale comprendere per quale ragione il progetto dell’Anas non corrisponda al rispetto delle aziende già presenti sull’area. L’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali, ha fatto sapere che tra 15 giorni, però, scade il termine contrattuale con l’impresa appaltatrice dei lavori. Ergo si concludono i lavori. Impossibile ottenere ulteriori informazioni dal momento che l’ing. Michele Franzese, capo Compartimento dell’Anas di Basilicata, presente all’incontro, ha preferito non rispondere alle domande del cronista, rinviandolo ad un numero di telefono da cui è stato gentilmente comunicato che il dirigente era in ferie già da qualche giorno…
Gli imprenditori intanto fanno sapere di essere pronti anche a chiudere l’accesso a quel tratto di strada pur di far valere i loro diritti.
«La nostra azienda ha subìto danni per un milione di euro, spiega Antonio Ingusci, direttore della sede di Matera di Pessolano Spa, concessionario Iveco – se andiamo avanti così, saremo costretti a chiudere, togliendo lavoro a 50 persone. Per non parlare dell’indotto. Nell’incontro di ieri abbiamo chiesto più volte all’Anas il progetto originale, ma non ce l’hanno mostrato».
La strada di accesso per raggiungere l’azienda di Mario Colucci che si occupa di ciclomotori, finisce in un campo. «Non posso negare che l’incontro di ieri sia un passo avanti, ma non possiamo correre ai ripari all’ultimo minuto. Dal 1996 paghiamo l’Ici come zona industriale e artigianale e ancora oggi c’è la viabilità di servizio a 4 metri. Abbiamo ceduto le aree gratuitamente all’inizio 2009 per creare la viabilità regolare, realizzata però solo in alcuni tratti. Personalmente ho un progetto, approvato dalla Regione, che darebbe lavoro a 10 persone, ma non posso realizzarlo perchè i miei 5 ettari di terreno sono sull’area impossibile da raggiungere».

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