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DOPO l’incontro con le parti sociali, oggi a Roma è la volta degli enti locali. E’ stata una strada lunga e tortuosa quella che ha portato all’incontro di oggi a mezzogiornonella Sala Verde di Palazzo Chigi tra Governo, Comuni, Regioni e Province, che dovranno confrontarsi sulle soluzioni che l’esecutivo inserirà nel decreto Anticrisi in via di approvazione. Una risposta tardiva, secondo le autonomie territoriali, che da tempo chiedono al governo di essere considerate come un’altra voce delle parti sociali, visto che «da soli mettono insieme il 60% degli investimenti pubblici nel Paese».

Varie e articolate le richieste che le Regioni sottoporranno al Governo: tra queste la qualificazione del Patto di stabilità e l’avvio dell’accorpamento territoriale. Non certo con animo leggero il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo (nella foto) si prepara a questo appuntamento. Non è ancora detto che interverrà, ma il senso della sua partecipazione è quello spiegato in sede di assestamento di bilancio regionale. De Filippo aveva spiegato che, a causa del default degli Stati Uniti, anche una piccola regione come la Basilicata avrebbe dovuto mostrare i muscoli e mettercela tutta per affrontare un periodo che si preannuncia disastroso dal punto di vista economico, non solo per le regioi del Sud, ma per l’intero Paese.

De Filippo dall’incontro si aspetta un’anticipazione della manovra, qualche elemento in realtà, così come è stato con le parti sociali, ma la fase – ha detto – è «imprevedibile». «Sono stato facile profeta – ha aggiunto De Filippo – ora però bisogna darsi da fare per affrontare questa delicatissima fase».
Intanto dal Parlamento arrivano le reazioni degli eletti lucani: «E’ stata un’audizione quella del ministro Tremonti, in cui non si sono nascoste le difficoltà che vivono i Paesi occidentali e con essi l’Italia». Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico, che ieri ha partecipato alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato riunite per l’informativa del Governo sulla crisi. «Rendere la manovra economica varata di recente dal Parlamento ancora più aderente all’evoluzione degli squilibri che si sono sviluppati in questi mesi nelle piazze finanziarie e nell’economia reale di tanti Stati, è un atto di realismo e di lealtà», ha aggiunto.

Meno indulgente un senatore di segno opposto, l’Idv Felice Belisario che commenta così: «Stamattina ero lì, proprio nella sala del Mappamondo, a sentire quello che diceva il ministro dell’Economia sulla crisi. Ebbene, nel merito è non classificato perché non ha detto nulla, proprio come ieri alle parti sociali. Il metodo è stato ancora più urticante perché il ministro ha usato la sua solita spocchia per replicare in maniera arrogante e scorretta ai rilievi che gli hanno fatto tutti i leader di partito. Non è un caso – ha chiuso il presidente del gruppo di Italia dei valori in Senato – che anche personaggi autorevoli della maggioranza, come Bossi o Stracquadanio abbiano preso le distanze».
L’atmosfera è comunque parecchio bollente. Il governo sta facendo una sonora accelerata sui provvedimenti anti-crisi. Non è escluso che un Consiglio dei ministri potrebbe essere convocato già stasera, anche se si parla ancora di una riunione il 16 agosto.

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