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Inizia il nuovo anno così, come lo aveva concluso: il capogruppo dell’Idv in consiglio regionale, Nicola Benedetto (in foto)dice sempre le sue opinioni. Anche quelle scomode. Senza concedere nulla alle strategie politiche: “Sono un uomo libero. E l’unica cosa che mi preme è quella di andare a dormire sereno la notte con la coscienza apposto rispetto ai cittadini e agli elettori”. Lui, Benedetto, è un uomo vivace e dinamico. Quando inizia a parlare, spesso, è come un fiume in piena. Straripante. Per tenere il filo del ragionamento serve concentrazione e attenzione. E ogni tanto fermarsi per riprendere il filo del ragionamento.
Lei usa spesso il concetto della crescita economica della Basilicata sopra qualsiasi altro. E quindi, parta proprio da questo. Com’è la crescita della Basilicata?
“Non buona. Siamo sotto del 20 per cento in linea con le medie nazionali. E’ appurato ormai che siamo in recessione nazionale. Vale anche per la Basilicata che potrebbe andare in contro-tendenza essendo una piccola regione con una dotazione eccellente di risorse di tipo energetico. Ricordo a tal proposito che l’economia oggi si mantiene su tre fattori principali: le materie prime, l’energia e la genialità delle persone o meglio le idee originali”.
La Basilicata come sta messa su questi tre fattori?
“Non ci sono le materie prime e non ce le possiamo di certo inventare. Dobbiamo importarle. Ma per il resto stiamo messi bene: abbiamo l’energia visto che estraiamo petrolio ma non la sfruttiamo per utilizzarla a basso costo. E poi abbiamo, secondo me, la genialità ma che non è sufficiente da sola per garantire la crescita di un territorio. Basterebbe a mio modo di vedere che l’energia fosse utilizzata in maniera migliore”.
Che significa che non è utilizzata bene?
“Mi spiego. Io a questo proposito ho presentato un emendamento alla Finanziaria per risolvere quella strana situazione che vivono le aziende della Valbasento”.
Cioè?
“Avviene un paradosso. Le aziende che operano nell’area del Consorzio Asi della Valbasento sono costrette a comprare obbligatoriamente l’energia prodotta da Tecnoparco, visto che per le aziende stesse non è possibile attraversare il perimetro dell’Asi per allacciarsi alle linee energetiche di altri fornitori compresa l’Enel. Possono pertanto allacciarsi solo alla rete di Tecnoparco che vende però, mediamente, l’energia al 30 per cento in più degli altri gestori. Esistono documenti che certificano quello che sto dicendo. E questa situazione è ancora più paradossale se si considera che le aziende della Valbasento non posso produrre loro stesse energia da fonti rinnovabili, tipo fotovoltaico o quant’altro, perché non possono connettersi alla rete né per ottenere energia né per venderla”.
Cosa comporta questo in termini pratici?
“Valutata per tutte le aziende questa cosa ha un valore di circa 300 mila euro al mese. Cioè le imprese risparmierebbero 300 mila euro al mese se potessero accedere ad altri fornitori di energia. Questi soldi facendo dei calcoli approssimativi possono valere tranquillamente l’assunzione di 150 o 200 persone. Sbloccare l’energia nella Valbasento quindi significherebbe dare la possibilità alla aziende di assumere nuovo personale. Ancora più assurdo è poi che nel giustificare l’operazione Geogastock, sempre nello stesso territorio, il presidente della Regione ha detto che l’utilizzo delle compensazioni che si otterranno permetteranno di rilanciare il settore produttivo della zona aiutandole in materia energetica. Ma visto quello che già accade non sarà possibile. Insomma il presidente De Filippo predica bene, ma razzola male”.
Ma il suo emendamento che fine ha fatto?
“Prima è stato chiesto che l’emendamento fosse trasformato in un ordine del giorno per impegnare il governo regionale a trovare una soluzione ma poi, con la “collaborazione” del presidente del consiglio Vincenzo Folino che non chiudeva la votazione e prendeva tempo, tutto è saltato e nemmeno l’ordine del giorno è stato approvato. Il provvedimento quindi non è passato e le aziende lucane della Valbasento continuano a doversi approvvigionare per forza da Tecnoparco”.
Ritornando alla questioni più generali e alla crescita. Quali le prospettive per il 2012?
“Non sono ottimista date le condizioni. E’ una situazione difficile e io prevedo che non andrà meglio visto che molti bandi attivi in Regione non si stanno sbloccando”.
Pensiamo in positivo superando la Valbasento e abbracciando tutta la Basilicata. Ha già detto che questa regione potrebbe in ogni caso crescere. Come?
“Come ho già detto la Basilicata essendo una regione piccola potrebbe sfruttare la crisi a proprio vantaggio. Ha la possibilità di fare azioni atte a sbloccare quello che in questo momento è bloccato. Ma noi essendo piccoli potremmo essere veloci e dinamici. Ma si può fare a patto di utilizzare tutte quelle risorse che in questo momento sono ancora ferme. Bisogna offrire alla aziende lucane la possibilità di investire. Ma innanzitutto, e mi ripeto, bisogna poter accedere a costi energetici agevolati. Questa è la via. E poi è necessario puntare con decisione e finalmente su quelle che sono le vocazioni della Basilicata: il turismo e l’agricoltura. In particolare sull’agricoltura bisogna cambiare visione, fare un salto di qualità. Deve essere vista come un’economia di scala: dalla produzione alla trasformazione e poi all’esportazione diretta. Per il turismo invece, sempre relativamente alla Finanziaria ho presentato un emendamento poi trasformato in ordine del giorno in cui si chiede di fare promozione mirata nei paesi “Bric” (Brasile, Russia, India e Cina) che sono in grande sviluppo e che però rappresentano un mercato notevole. Continuare a puntare ai Paesi europei che vivono una fase drammatica di crisi non serve molto. La verità è che a oggi non si è fatto molto per portare turisti in Basilicata: i dati che parlano di due milioni di presenze l’anno sono ridicoli e crea un fatturato turistico paragonabile a quello di un comune della Costiera Amalfitana. Dobbiamo credere di più alle nostre potenzialità”.
Ma lei come si approccia a queste tematiche. Da politico o da imprenditore?
“Io sono diventato politico all’età di 54 anni e porto con me il mio bagaglio di esperienza. Cerco di mettere a disposizione della mia attività di amministratore le conoscenze di cui dispongo e che ho maturato da imprenditore. Purtroppo credo che molti politici lucani a partire dal presidente De Filippo non abbiamo lo stesso bagaglio. Hanno tanta esperienza politica ma solo quella. E purtroppo non capisco perché si ostinano a non voler accettare i consigli di chi, invece l’esperienza in determinati settori, l’ha maturata in prima persona”.
Ma la sua azienda come va?
“La mia azienda (non riesce a trattenere un sorriso d’orgoglio il consigliere Benedetto ndr) approfittando proprio della crisi quest’anno è cresciuta di circa il 20 per cento in termini di fatturato. E c’è anche una spiegazione che spiego: il fatturato è cresciuto del 20 per cento mentre il numero di consegne è aumentato dell’80 per cento. In pratica io rispetto ai miei concorrenti ho avuto la capacità di capire le nuove esigenze dei clienti che hanno fatto ordini sempre più piccoli rispetto alle esigenze immediate. Io mi sono adeguato offrendo una distribuzione più immediata e capillare. In questa maniera sono riuscito anche ad aumentare il margine. Ecco perché dico che la crisi può diventare un’opportunità”.
Complimenti, ma come politico viene spesso criticato per la sua “vivacità” dialettica anche nei confronti di esponenti della coalizione di cui fa parte. L’ultima vicenda riguarda proprio Geogastock.
“Non è colpa mia se stiamo vendendo non al giusto prezzo. Verificate le conseguenze sulla salute dei cittadini che è elemento primario. Secondo i dati del Dipartimento Ambiente tutto è stato verificato e ci sarebbe estrema sicurezza anche per la tutela ambientale. Da questo punto di vista va bene. Me lo auguro. Ma la cosa grave è che la trattativa poteva essere condotta ottenendo vantaggi per la Basilicata molto più importanti. I tre milioni per i comuni interessati sono una cifra ridicola. Immaginiamo un enorme serbatoio. I russi dovrebbero costruirselo spendendo cifre enormi. Noi invece glie lo affittiamo al costo di un locale commerciale di medie – grandi dimensioni in un centro storico. Mi sembra imbarazzante. E lo dico. A volte mi tocca criticare le scelte anche della maggioranza pur sapendo poi di subire critiche. Ho letto su questa vicenda attacchi del Pdl nei miei confronti che mi chiede di decidere se sono in maggioranza o minoranza. Posso rispondere che io ho le mie idee e la mia coscienza prima di tutto al di là della quotidianità politica. Ai consiglieri del Pdl che troppo spesso fanno un’opposizione “soffice” posso rispondere che io faccio quello che mi sento in tutta onestà”.
Lei però è il capogruppo dell’Idv.
“Io mi sento di fare questa “battaglia” nei confronti di Geogastock perché sono sicuro che tra 20 anni ci si lamenterà, come ora avviene oggi per il petrolio, di avwer ottenuto troppo poco. Non voglio avere rimorsi”.
Ma lei non sente una responsabilità politica verso l’Idv o verso la colazione di centrosinistra?
“Io mi sento responsabile verso chi mi ha eletto come rappresentate di un popolo. Mi sento responsabile verso chi ha creduto in me e posso assicurare che ogni giorno ho attestati di fiducia di persone che continuano a credere in me. E l’Idv è il partito che meglio interpreta le mie idee. Per il resto in consiglio regionale c’è una larghissima maggioranza che di fatto è anche aumentata di tre esponenti all’ultima Finanziaria. Io mi pongo più che altro problemi con la mia coscienza e ascoltando le richieste dei cittadini”.
Fuori dai “denti”. Lei ha un piano da proporre per cambiare la rotta?
“Ho una mia idea delle cose e delle possibili soluzioni. La proporrei anche a Monti se ne avessi la possibilità”.
Addirittura. Di cosa sta parlando?
“Allora io credo che la situazione di difficoltà economica generale è davanti agli occhi di tutti. Ma a volte anche in momenti difficili le soluzioni possono essere a portata di mano. Basta volerle vedere. Io ho un’idea. Ed è anche semplicissima e sono convinto che porterebbe nelle casse dello Stato immediatamente una cifra di circa 50 miliardi di euro e 500 sul mercato. Qualcuno di certo dirà che è un’idea folle”.
Folle o no, qual è l’idea?
“Ho letto un resoconto della Banca d’Italia in cui emergerebbe che in Italia non circolino più le banconote da 500 euro. Io ho una spiegazione legata all’azione iniziata dall’ex ministro Tremonti che per combattere l’evasione fiscale ha limitato la trasferibilità ponendo il limite massimo degli importi degli assegni bancari fino a 3 mila euro . Poi Monti ha addirittura abbassato il limite a mille euro. Se dal punto di vista della lotta all’evasione fiscale questo può avere una logica c’è anche da dire senza ipocrisia che prima per le piccole aziende e per gli artigiani che magari non avevano la possibilità di accedere al credito si ricorreva alla pratica degli assegni di giro. Questo non avviene più e anzi “stranamente” i soldi che prima circolavano sotto forma di assegni ora sono praticamente bloccati. Probabilmente fermi nelle casseforti. Da qui la mia proposta. Berlusconi fece lo “Scudo fiscale” per il rientro dei soldi che erano depositati all’estero rimettendo sul mercato circa 100 miliardi di euro. Ora si potrebbe istituire una sorta di “Scudo nazionale” con una tassazione magari al 10 per cento per far in modo di rimettere in circolazione tutti quei soldi che ora stanno nelle casseforti o magari sotto il classico mattone”.
E’ una proposta che potrebbe essere criticata.
“Lo so, ma in una situazione di crisi come quella attuale c’è bisogno di reperire mliquidità da mettere sul mercato. In molti casi quelli sono soldi che sono bloccati definitivamente. Questo sarebbe un metodo per offrire ossigeno al mercato italiano. Poi c’è il precedente dello Scudo fiscale che è già stato fatto”.
Lei ha regalato durante l’ultimo consiglio regionale a tutti i politici in aula delle riproduzioni in legno del Pinocchio di Collodi. Perché?
“La favola di Pinocchio non va interpretata solo per il burattino che dice bugie ma ha una morale più profonda. E’ stato un modo “leggero” per stimolare tutti a essere se stessi e cercare di agire un po’ più in coscienza e non per forza secondo le indicazioni dei partiti o di chi comanda. Ai miei colleghi che stimo ho voluto regalare questo messaggio oltre che il pinocchio in quanto tale. Un dono semplice e divertente. Mi dispiace per chi si è offeso”.
Chi si è offeso?
“Tre o quattro ma non faccio i nomi. Folino è stato uno di quelli che di certo ha apprezzato di più e lo ha detto anche pubblicamente”.
Le questioni più strettamente politiche. E’ in corsa la verifica di giunta ma ci sono fibrillazioni in tutto il centrosinistra per il possibile ingresso dei tre dell’Intergruppo nel centrosinistra. In tutto questo, a breve, potrebbe esserci una nuova squadra di assessori. In giunta c’è il suo segretario regionale dell’Idv, Mastrosimone. Una carica da difendere a tutti i costi?
“Intanto è sicuramente da difendere quello che hanno votato gli elettori: c’è chi è stato scelto per stare in maggioranza e chi in minoranza. La volontà popolare va rispettata. Detto questo io ritengo che avere una maggioranza così ampia non produce grandi stimoli e quindi non comprendo il bisogno di allargare la maggioranza. Per quanto riguarda invece il lavoro dell’assessore Rosa Mastrosimone ho già avuto modo di dire che avrebbe potuto fare di più. Non so se oggi con la maggioranza allargata De Filippo manterrà al suo posto Mastrosimone. Noi dell’Idv però dobbiamo essere rappresentati in giunta, quindi sosterremo la riconferma di Rosa Mastrosimone anche se lo ripeto poteva fare di più”.
E in generale, visto che si è già espresso su Mastrosimone, come giudica il lavoro di tutti gli assessori?
“Sono molto critico nei confronti di Restaino perché le Attività produttive sono completamente ferme. Poi siccome c’è molta incertezza sulla sua permanenza in giunta le cose non sono migliorate nelle scorse settimane. Martorano, invece con la scusa delle riduzioni dei trasferimenti da parte dello Stato sta mettendo mano a tutto il sistema sella Sanità lucana. Per quanto mi riguarda poteva tamponare in maniera completamente migliore i minori trasferimenti anche riducendo drasticamente i compensi dei dirigenti ed evitando la corsa ai primariati. Continuano a esserci troppi primari”.
Sembrano i giudizi scolastici di fine anno. Mancusi, Mazzocco e Gentile?
“Sinceramente non so se l’assessore all’Ambiente è Agatino Mancusi o Donato Viggiano che ha una grande considerazione da parte del presidente De Filippo. Sicuramente per il governo regionale il Dipartimento Ambiente sta lavorando bene, ma dopotutto quello è accaduto, tra Fenice e la Valbasento credo che il sul settore ambientale vada fatta un’operazione di autocritica seria. Per quanto riguarda Vilma Mazzocco io posso dire che il settore dell’Agricoltura è stato l’unico che ha investito le risorse e ha cercato di mettere in moto dei percorsi virtuosi. Ha trovato difficoltà sull’assetto della governacte degli enti legati all’agricoltura e si è fermata. Quindi da questo punto di vista sicuramente si poteva fare meglio. Rosa Gentile è stata abbastanza attiva nel settore trasporti e ha gestito molto bene l’emergenza alluvione nel Metapontino. Chiaramente non c’è nulla sul capitolo delle grandi Infrastrutture, speriamo neiFondi del Piano per il Sud e quant’altro. In ogni caso al netto delle valutazioni sui singoli assessori, sarebbe ancora peggio se oggi dopo un anno e mezzo si cambiassero solo le deleghe creando ulteriori perdite di tempo.
Prima di chiudere. Lei sa che con queste dichiarazioni può creare un vespaio di polemiche e diventare bersaglio di molte critiche?
“Come ho già spiegato, sono consapevole di quello che dico e mi assumo le responsabilità delle mie parole. Se a qualcuno non piace il mio modo di fare mi spiace, non c’è nulla di personale, ma io credo nella schiettezza e tutto quello che faccio e dico è sempre teso a migliorare le cose per il bene dei lucani”.

Salvatore Santoro

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