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La scuola media di Mileto

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MILETO – La vicenda era nata nell’anno scolastico 2014/2015 con la Procura che, agli inizi del 2016, aveva notificato la conclusione delle indagini a quattro docenti di una scuola di Mileto per presunti maltrattamenti ad un ragazzino di 12 anni (LEGGI LA NOTIZIA). I fatti erano stati denunciati dalla famiglia della presunta vittima ma lo stesso Ufficio della magistratura requirente aveva chiesto il proscioglimento per tutti in quanto aveva ritenuto infondati i racconti contenuti nella denuncia.

Decisione che, tuttavia, aveva portato i genitori del minorenne, assistiti in via legale dall’avvocato Aldo Currà, a fare opposizione e pertanto si era reso necessario un pronunciamento del giudice per le indagini preliminari Lorenzo Barracco per dirimere definitivamente la questione. Decisione resa nota nella giornata di ieri e che di fatto sancisce il proscioglimento dei quattro insegnanti: Nazzareno Carnovale, 38 anni di Vibo, docente di educazione fisica; Rita Dotro, 63 anni, di Spilinga, insegnante d’inglese; Elisabetta Montagnese, 65 anni, di Laureana di Borrello, professoressa di musica; e Domenica Pontoriero, 56 anni, di Drapia, docente di tecnologia, la quasi totalità è stata difesa dall’avvocato Giovanni Vecchio che si è visto accogliere le richieste di archiviazione.

Il magistrato, pur evidenziando come l’oggi 14enne «sia stato effettivamente preso spesso di mira (emarginato, schernito, deriso ed offeso) dai compagni di classe, provocando la reazione dei genitori che lo trasferirono in un altro istituto», ritiene che «non siano emersi elementi indicativi né di un’attività degli insegnanti tesa a maltrattare l’alunno, né di un’inerzia di costoro dinnanzi alle condotte di scherno operate dai compagni. Al contrario, è venuto alla luce come essi si siano, invece, positivamente adoperati a difesa dell’alunno quando ne è sorta la necessità».

Quindi, le conclusioni del gip Barracco: «Conseguentemente, deve convenirsi con il pm l’assenza di elementi indicatori di un atteggiamento vessatorio, violento, offensivo ed umiliante, ovvero ancora inerte tenuto dagli insegnanti e dal dirigente scolastico contrariamente a quanto sostenuto dai genitori del minorenne».

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