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Il luogo del delitto messo a soqquadro

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Indizi molto pesanti depongono contro Salvatore Fuscaldo, presunto assassino di Antonella Lettieri

CIRÒ MARINA (CROTONE) – Convalidato il fermo di Salvatore Fuscaldo (LEGGI LA NOTIZIA DELLA DECISIONE DEL GIUDICE), ritenuto dagli inquirenti il presunto assassino di Antonella Lettieri uccisa l’8 marzo scorso nella sua abitazione (LEGGI LA NOTIZIA DEL RITROVAMENTO DEL CORPO DI ANTONELLA LETTIERI), quello che suscita maggiore interesse è ovviamente il percorso investigativo che ha portato all’arresto dell’uomo (LEGGI LA NOTIZIA DEL FERMO).

Sulla posizione di Fuscaldo gli indizi gravano come «macigni». Dalle testimonianze di familiari e conoscenti della vittima è emerso come nessuno riconoscesse il portachiavi trovato in casa di Antonella (LEGGI LA NOTIZIA DEL RITROVAMENTO). Una collega di Antonella, in particolare, ha riferito agli inquirenti che una volta, accorgendosi di aver dimenticato qualcosa mentre era a lavoro, le diceva che avrebbe chiamato Francesca Avena, in città nota come “Caterina”, per dirle di portarle ciò che aveva dimenticato. E Antonella rispose che Avena era già in possesso delle chiavi della sua abitazione. Ma la teste ha anche detto che il portachiavi di Antonella era in corda intrecciata e di colore nero e non riconosceva quello con lo stemma.

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Inoltre, Silvia, sorella gemella della vittima e titolare del market “Calabrisella” in cui Antonella lavorava, ha confermato le voci su un rapporto sentimentale col presunto assassino. E ha riferito di aver notato, tempo addietro, Fuscaldo uscire una domenica pomeriggio da casa della sorella dove in precedenza aveva inutilmente bussato. Silvia scambiò un saluto con Fuscaldo; la sorella poi le disse di non averla udito bussare e che aveva contattato il vicino per spostare delle scatole. E ancora: «Antonella e Salvatore erano molto legati, mia sorella si rivolgeva a lui per qualsiasi cosa; era Salvatore che si occupava di cambiarle la bombola della stufa, rimbiancarle la casa e avevo notato che mentre era a lavoro scambiava spesso messaggi telefonici con Salvatore tanto da farci venire il dubbio che vi fosse qualcosa più di una semplice amicizia». 

Su Fuscaldo, poi, sono state rinvenute escoriazioni sulle dita riconducibili a tagli. Ecco perché «con tutta probabilità» gli inquirenti desumono che Antonella, tornata a casa dopo una giornata di lavoro nel negozio della sorella e del cognato, ha trovato chi le avrebbe dato la morte. Le porte d’ingresso non presentano segni di effrazione. La vittima non ha avuto il tempo di levarsi il giubbotto che l’assassino le si è avventata contro con due armi. Una tagliente, l’altra contundente. Antonella «ha lottato», il gip ne è certo dopo le risultanze dell’autopsia eseguita dal medico legale Isabella Aquila che ha chiarito che le falangi erano fratturate perché inutilmente protese per parare i colpi.

Il gip, dopo aver rilevato l’accanimento con cui è stata finita la vittima, sottolinea che Fuscaldo aveva una perfetta conoscenza delle sue abitudini e frequentava il supermercato, come emerso da alcune testimonianze. Fuscaldo, che andava in negozio tutte le sere, però, quella dell’8 marzo non c’era.

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