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Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta della Procura di Catanzaro sulla vendita degli esami per il conseguimento delle lauree in giurisprudenza all’Università Magna Graecia di Catanzaro. I carabinieri hanno sequestrato 48 lauree nei confronti di avvocati, praticanti ed altre persone che, pur avendo conseguito il titolo di studio, esercitavano altre attività professionali. Le persone coinvolte nell’inchiesta sono indagate a vario titolo per i reati di corruzione, falso in atto pubblico, falso per induzione, soppressione e distruzione di atti, esercizio abusivo della professione forense. Gli avvocati che esercitano la libera professione sono una decina e sono iscritti a diversi ordini della Calabria ed anche in regioni del nord dell’Italia. Ci sono poi 25 praticanti avvocati mentre altre tredici persone svolgono una professione che non riguardano l’attività forense.
La Procura della Repubblica ha segnalato agli ordini professionali i nomi di coloro che risultano indagati nell’inchiesta ed ai quali è stato sequestrato il titolo di studio. Toccherà ora agli ordini forensi provvedere alla sospensione di coloro che sono finiti nell’inchiesta in attesa che venga definitivamente chiarita la loro posizione.
Il presidente dell’ordine degli avvocati di Catanzaro, Giuseppe Iannello, si è detto preoccupato per i risvolti che potrà avere l’inchiesta. «Il fatto si commenta da solo – ha detto Iannello – ma siamo preoccupati per il coinvolgimento di avvocati che esercitano già la professione. Il sequestro di lauree a coloro già lavorano come avvocato apre scenari inquietanti. Ci attendiamo dall’Università che venga chiarita in modo definitivo se il titolo di studio è da annullare totalmente o se vanno rifatti solamente gli esami in questione».
L’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, è iniziata nel 2007 ed ha portato già alla condanna a tre anni di reclusione per un funzionario dell’Ateneo Magna Grecia di Catanzaro, Francesco Marcello, accusato di aver ricevuto somme di denaro in cambio della falsificazione dei libretti universitari. Nel settembre dell’anno scorso, inoltre, la Procura ha sequestrato altre quindici lauree che, dopo il patteggiamento degli indagati, sono state confiscate.

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