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«Abbiamo preferito mantenere le distanze dal giudizio immediato sui fatti accaduti a Rosarno perchè abbiamo ritenuto controproducente intervenire in un dibattito avvelenato dalle distorsioni prodotte dalla semplificazione mediatica. Oggi, a mente fredda, avanziamo alcune considerazioni».
È quanto si afferma in una nota dell’associazione culturale migrAzione: «Le leggi in materia d’immigrazione, approvate negli ultimi anni – è scritto ancora nella nota – hanno reso più difficile il processo d’integrazione e accoglienza degli immigrati che, giunti nel nostro paese, riscontrano innumerevoli difficoltà per il rilascio dei documenti di soggiorno e nella ricerca di un lavoro regolare. Tutto ciò non permette loro di emergere socialmente e rendersi autonomi. La ricerca di una nuova vita può spesso tradursi in un miraggio, nello status di clandestino e la debolezza determinata dalla condizione giuridica diventa occasione di sfruttamento e abuso da parte di chi in Italia ha visto in altri esseri umani un’occasione di profitto piuttosto che un’opportunità di confronto, crescita e rigenerazione».
«Inoltre, avvertiamo sempre più forte – prosegue la nota – l’atteggiamento di chiusura e rifiuto che hanno assunto molti italiani non più disposti ad accogliere e a condividere. Tutto questo ci indigna perchè troppo spesso ci troviamo a gestire situazioni riconducibili al razzismo più inaudito. Allo stesso tempo, però, ci sentiamo più forti e motivati a reagire e a non tollerare più episodi del genere. Crediamo che ognuno di noi abbia diritto alla mobilità e alla ricerca di un’opportunità qualora una condizione di vita migliore fosse inimmaginabile nel paese d’origine».
«Dobbiamo essere capaci – riporta ancora la nota – di accogliere e convivere; questo non vuol dire fare entrare tutti nella nostra vita, ma accettare le persone che decidono di venire nel nostro paese perchè è qui che hanno deciso di poter vivere dignitosamente. Lasciamo allo Stato l’onere di tutelarci rispetto a situazioni d’illegalità. Quello che è accaduto a Rosarno è il prodotto dell’abbandono da parte dei governi di una terra già dimenticata con tutte le problematiche annesse alla criminalità organizzata.
Gli scontri non hanno reso onore nè agli stranieri nè ai cittadini di Rosarno, succubi entrambi di un sistema che da soli non sono in grado di cambiare. È nostro dovere tutelare il rispetto dei diritti umani e chiedere al Governo e al Parlamento una maggiore attenzione verso i migranti, in uno scenario che mette in discussione la nostra umanità. Occorre una condanna decisa dello Stato di ogni tipo di sfruttamento, ma allo stesso modo i cittadini devono avere un ruolo attivo nella vita sociale del paese».

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