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di SARA LORUSSO
POTENZA – La nota che il coordinamento regionale di Alleanza per l’Italia, il movimento fondato da Francesco Rutelli, di malumori, ne crea un bel po’. Almeno a Potenza. Perchè se era quasi scontata la nomina di Vilma Mazzocco, ex presidente di Confcooperative, alla segreteria regionale della sigla (come quella di Carmine Nigro, l’ex presidente della Provincia di Matera, a una figura apicale – responsabile organizzativo), nell’elenco dei nomi da cui sarà affiancata, ce ne sono due che non passano inosservati: la direzione nazionale ha inserito nel coordinamento di avvio delle attività anche Alessandro Singetta, assessore alle Opere pubbliche del capoluogo (eletto nella lista a sostegno del sindaco Santarsiero, dopo “l’allontanamento” dai Popolari uniti), e Emilio Libutti, capogruppo dell’Udc a Potenza (gli altri sono Giuseppe Angioletti, Dino Calciano, Dario De Luca, Pasquale De Luise, Pino Digilio, Mery Padula). «A questo primo nucleo si aggiungeranno altri dirigenti», prosegue l’annuncio dell’Api. Si dicono pronti a «declinare le linee di indirizzo strategico e coordinare il lavoro dei tanti che da settimane si sono proposti per sostenere il nuovo soggetto in Basilicata e partecipare attivamente alla competizione elettorale». Con il centrosinistra.
Fin qui la comunicazione. Quello che segue sono alcune ore di telefonate, commenti, suggestioni, annunci di “dietro front”. Ma Libutti no, «uso coerenza». E affida a qualche riga le motivazioni della scelta (che nella “base” dell’Udc ha creato un certo scompiglio) . Quelle scelte aprono, infatti, un piccolo scenario interno. Perchè l’adesione di Libutti all’Api consegna all’Udc l’assenza dal consiglio comunale (salvo futuri ingressi) proprio nel comune capoluogo, in cui i centristi avevano sostenuto il sindaco Santarsiero (Pd) solo al secondo turno, avviando in quell’esperienza il dialogo per la futura consacrazione dell’alleanza con il centrosinistra. Ma Libutti spiega, «in trasparenza»: nell’Udc ha mosso i primi passi di questa esperienza amministrativa, da esterno, «rappresentante della società civile non essendo stato mai iscritto a tale partito». La nuova sfida però è dettata «dalla volontà di proseguire il mio impegno politico restando coerentemente in una forza di centrosinistra, moderata e di ispirazione cattolica. Non sarà scalfita la mia volontà di vivere questa fase al servizio della gente continuando a ricercare le possibili soluzioni concrete ai problemi e compiendo ogni sforzo per innovare i metodi e le scelte della politica». L’auspicio, quello di «ambiente ideale e la giusta tensione morale necessari per superare le vecchie ed anguste logiche che privilegiano gli interessi di parte e la pura ricerca del potere». Ma senza rancore, e mettendo da parte anche «potenziali vantaggi personali quale, ad esempio, l’ingresso nella giunta comunale così come concordato con la maggioranza». Ricorda che persino le sue proposte e i suoi impegni «sono passati nell’assoluta indifferenza dei dirigenti Udc». Senza rancore, agli ex colleghi, l’augurio di buon lavoro. L’altro “fronte aperto” è quello di Singetta: non è un mistero che molti nel capoluogo abbiano chiesto di “far chiarezza” sulla sua posizione (che quota copre in giunta?), ma l’avvocato ha sempre replicato portato avanti il «lavoro fatto». E adesso? Lo scenario si apre, si complica o forse, si ingarbuglia solo un po’. Per la nuova giunta, a Palazzo di città, il tempo delle regionali sembra tappa obbligata.

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