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POTENZA – Poteva starci tutto: l’ennesima contraddizione, strategie difensive o una piena confessione, magari solo un timido riferimento alla Chiesa della Trinità. Eppure nel migliore dei casi non sarebbero servite a niente. Prove illegali, perchè acquisite in maniera illegale. Il codice le bolla così e non appena vengono fuori in un aula di Tribunale vanno distrutte. Non c’è scampo. A meno che non siano esse stesse il corpo di un reato tutto nuovo.
Conversazioni tra Restivo e il suo avvocato difensore Mario Marinelli (in foto) sono state trascritte e riportate negli atti depositati dalla Procura della
Repubblica di Salerno, che ha appena chiuso le indagini per l’omicidio di Elisa Claps. Cosa avevano in mente di dimostrare gli investigatori non è chiaro, e nemmeno fino a che punto si sarebbero spinti in questa direzione.
Accusare l’avvocato? Apprendere notizie e utilizzarle per le indagini? Ma
come? Come si fa se uno apprende in maniera illegale la notizia di un delitto, e
sa che non c’è un giudice disposto a dargli spazio in un processo che si
rispetti. Rinuncia, o mette in scena la scoperta del corpo di un reato?
Compare al posto giusto nel momento giusto? O manda qualcun altro, imbeccato a dovere per non esporsi in prima persona.
Ci sono tanti capitoli oscuri nel giallo di Potenza. Quello delle indagini “sporche” per incastrare i responsabili della “scomparsa” di Elisa Claps è stato a lungo tenuto nascosto, ma non tutte le tracce si possono cancellare, e qua e là dai documenti ufficiali si scorgono elementi che aprono scenari addirittura inquietanti.
«Ho i telefoni sotto controllo». Restivo avrebbe fatto questa confidenza al suo avvocato Mario Marinelli, il 25 giugno del 2004. Il giorno prima gli inglesi lo avevano fermato per l’omicidio di Heather Barnett. Gli avevano perquisito casa, poi l’avevano lasciato andare come uno di quei rari esemplari di stambecco con un Gps legato alla caviglia. La cooperazione tra le autorità della Regina e la procura della Repubblica di Salerno era in fase di rodaggio. Qualche giorno prima c’era stato un incontro all’ambasciata britannica di Roma. Il pm Rosa Volpe dispose con un decreto d’urgenza che «tutte le telefonate in uscita da utenze fisse e radiomobili sul territorio nazionale» dirette al nuovo numero di Fiamma Marsango (la moglie di Restivo) venissero intercettate. Chiese anche i tabulati dei giorni precendenti. Il primo a finire nella rete fu proprio l’avvocato Mario Marinelli.
Dal brogliaccio si capisce che i due si erano già sentiti. L’avvocato era nel suo studio con la madre di Restivo, che si era presentata dopo aver capito che qualcosa non andava. Marinelli avrebbe rimproverato Danilo di averle riferito l’accaduto mentre i loro accordi erano di tenerla all’oscuro. Dall’Inghilterra Restivo avrebbe aggiunto di sapere che aveva già i telefoni sotto controllo. Poi la madre avrebbe preso la cornetta per dirgli di stare tranquillo.
Sarà stata l’unica volta che le confidenze di Danilo al suo avvocato sono state registrate e trascritte negli atti dell’indagine sulla scomparsa di Elisa? Probabilmente no, ma è difficile che anche su questo un giorno venga fatta piena luce.

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