X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

ROMA (ITALPRESS) – Nel mondo dello sport sta accadendo “qualcosa di tragico e mostruoso: le autorità che intervengono per garantire la regolarità delle competizioni e per sanzionare violazioni si macchiano di un comportamento criminale. Alex Schwazer diventerà probabilmente l’atleta simbolo di questa stortura: una faccenda che non si ferma alla sua triste storia ma che apre il vaso di pandora del sistema antidoping, in cui i passi avanti compiuti sotto il profilo scientifico delle sempre più alte capacità analitiche dei laboratori vanno in senso opposto al sistema delle garanzie”. E’ la riflessione di Antonio Urso, presidente della Federazione italiana (Fipe) ed europea (Ewf) di pesistica. “Davvero l’Italia, lo sport mondiale scoprono ora queste malefatte? – si chiede – Della pesistica olimpica, della piaga del doping che l’ha afflitta e la affligge si parla sempre troppo poco, così come però si parla poco dei successi puliti, della fatica, di quanto è affascinante questa disciplina”. Per il numero uno della Fipe chi ha il coraggio di andare contro il sistema andrebbe ascoltato “per ridare credibilità a un mondo che amiamo” e ricorda come abbia sempre denunciato “i crimini contro lo sport che avvengono da anni all’interno della Federazione Internazionale di Pesistica. Quello che si chiede oggi è pulizia, con un ricambio ai vertici che recida drasticamente quella rete di complicità che ha trasformato le istituzioni poste a garanzia della lealtà sportiva in associazioni per delinquere”. In particolare “la piaga del doping nelle dinamiche della Iwf è sempre stato un problema mai affrontato con il giusto rigore che questo delicato tema necessita. Non c’è mai stato un investimento culturale serio, ma solo di facciata”.
(ITALPRESS).

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE