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ROMA (ITALPRESS) – “E’ una stagione di rinascita, il recupero di tecnici rimasti fuori come Allegri, Spalletti, Sarri e in più il ritorno di Mourinho. Mi auguro dia una continuità a ciò che è emerso all’Europeo: si può essere competitivi e vincere grazie al gruppo e a una guida sicura, senza necessariamente avere dei singoli top che spesso fanno saltare il banco. Spiace per gli addii di Donnarumma e Lukaku, ma il calcio si gioca in undici, è uno sport di squadra. Stiamo avviando una fase importante in linea con la mia norma di non spendere più dell’ammontare dei ricavi”. Questo il messaggio lanciato dal presidente della Figc Gabriele Gravina in un’intervista a “La Gazzetta dello Sport” nel giorno in cui riparte il campionato di Serie A. “La nostra vittoria all’Europeo ha dato una spinta positiva a tutte le altre discipline a Tokyo. Vanno fatti i complimenti al Coni, al presidente Malagò, agli atleti medagliati e non – osserva Gravina – I successi raggiunti dall’Italia dimostrano due cose: che lo sport è uno dei settori che funziona meglio e va sostenuto e che quando gli italiani fanno sistema sono capaci di imprese straordinarie. Ora finiamola con le divisioni tra Coni e Sport e Salute, tra diverse Federazioni, tra i club all’interno della Lega e ci aggiungo anche le divisioni all’interno del mio consiglio federale. Cerchiamo compattezza e facciamo Sistema”.
“Il nostro calcio è a un bivio – prosegue ancora Gravina – Servono sacrifici, scelte, unione. E io sono pieno di energia per lavorare a una riforma complessiva che non è più rimandabile. A che punto siamo? Sulla riforma dei campionati avevo fatto una proposta e sono subito emersi gli egoismi di singole componenti. A questo punto convocherò l’assemblea straordinaria dove a decidere non saranno più i rappresentanti delle componenti, ma direttamente le società: sapendo che per tutte le modifiche statutarie serve la metà più uno dei voti”. Gravina chiede però anche un aiuto al Governo: “I primi segnali di contenimento dei costi stanno arrivando, ora dobbiamo aumentare i ricavi. Ma servirebbe un aiuto. Abbiamo mostrato al Governo che per ogni euro di contributo ne restituiamo 17,3 con evidenti benefici sul Pil. Non chiediamo una contribuzione, ma il permettere di intraprendere un percorso progettuale di risanamento e l’applicazione di un piano industriale. Servirebbe un supporto operativo di rateizzazione e una riapertura per quanto riguarda l’attività legata al betting e al credito di imposta come è stato riconosciuto ai settori del mondo della cultura. Così il calcio potrà uscire da questo momento di difficoltà”.
(ITALPRESS).

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