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TORINO (ITALPRESS) – Il Regno Unito si è dato come obiettivo il 2030 per ridurre a meno del 5% i fumatori. Un target ambizioso che dovrebbe richiedere più tempo del previsto, forse, sarà centrato al 2038. Qualunque sia la scadenza, “le sigarette elettroniche rimangono l’aiuto più popolare per smettere, ma i tassi di consumo di sigarette elettroniche rimangono invariati dal 2013”, denuncia Rosanna O’Connor, direttore del dipartimento Dipendenze e Inclusione del sistema sanitario inglese. Il suo è uno degli interventi più attesi dell’ultima edizione del “The e-cigarette summit”, che dal 2013 raccoglie studiosi di mezzo mondo su questo tema. Va invertita la rotta Oltremanica, dove il mancato aumento del ricorso alle sigarette elettroniche è dovuto a un numero molto limitato di fumatori, appena il 6%, che le usano tra coloro che provano a smettere di fumare. Un maggiore ricorso a questo strumento, tra l’altro, aumenterà l’accesso per i fumatori svantaggiati ai programmi per smettere.
A farsi avanti, racconta la O’Connor sarà anche il Nice (The National Institute for Health and Care Excellence), che consiglierà le sigarette elettroniche come un’opzione sicura ed efficace per smettere di fumare. “Allo stesso tempo, da questo mese ci sono nuove linee guida per i servizi per smettere di fumare che affronteranno le idee sbagliate e le preoccupazioni comuni, che offriranno linee guida migliori e, si spera, aumenterà la disponibilità di sigarette elettroniche”.
Nei prossimi mesi sarà pubblicato un nuovo piano di controllo del tabacco insieme al rapporto Vaping in England 2022, la più ampia ricerca fatta finora sull’utilizzo delle sigarette elettroniche.
Una ricerca così ampia dovrebbe anche ridurre la tensione che abitualmente esiste tra il controllo del tabacco e la riduzione del danno da tabacco, che viene presentata come una battaglia tra “bene e male”, ma entrambe le parti hanno abbastanza obiettivi condivisi per essere in grado di trovare un terreno comune, ha spiegato Clifford E. Douglas, direttore della ricerca dell’Università del Michigan. Ciò che sta avvenendo, secondo Douglas, dopo un primo via libera della Food and drug adminsitration, ha il potenziale per consentire la transizione verso una nuova era in cui i consumatori adulti possono accedere ad alternative molto meno dannose e sviluppare una comprensione più accurata dei rischi e dei benefici della nicotina.
“La politica dovrebbe essere basata su una scienza credibile, non su preconcetti e fraintendimenti. La scienza basata sulle politiche deve essere sviluppata per educare meglio il pubblico, le comunità sanitarie/mediche, i media e i decisori”, ha spiegato. “I fumatori non dovrebbero morire perchè non sanno che esistono fonti di nicotina meno dannose”, ha aggiunto Douglas. Oltre 100 esperti globali indipendenti sulla scienza e la politica della nicotina hanno recentemente inviato una lettera aperta a tutte le nazioni coinvolte nell’Fctc (Framework Convention on Tobacco Control) dell’OMS. Il dibattito, ha spiegato Douglas, non è salute pubblica contro industria del tabacco, “ciò che alla fine conta è un’azione significativa ed efficace in un mercato ben regolamentato”.
(ITALPRESS).

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