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C’è stato un ordine di acquisizione atti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri nell’ambito dell’inchiesta Why Not. Gli accertamenti sono stati eseguiti quando al Governo c’era ancora Romano Prodi. La Procura ha mantenuto riservata la notizia per diversi mesi. Ieri, però, dagli ambienti giudiziari di Catanzaro dove è in corso l’esame delle consulenze disposte agli esiti delle perquisizioni effettuate nel mese di febbraio – sono trapelati elemementi circa il provvedimento adottato dagli inquirenti nell’ambito del filone giudiziario in cui è coinvolto l’ex premier. Gli accertamenti riguarderebbero la società Eurogravure, Spa, il cui 30% delle azioni appartiene al gruppo Rcs (Rizzoli- Corriere della sera). L’azienda è stata destinataria di fondi pubblici ed è sotto inchiesta per aver pagato una consulenza fittizia ad Antonio Saladino indagato chiave dell’inchiesta Why Not. Ancora non si conoscono le ragioni esatte che hanno condotto gli investigatori a procedere a tale acquisizione atti. La documentazione presso la presidenza del Consiglio è stata rilevata contestualmente all’esecuzione del decreto di perquisizione e sequestro di materiale dello scorso mese di febbraio, quando ai carabinieri veniva dato mandato di rovistare nelle sedi di diverse società fra cui appunto quelli della sede della Eurogravure, Spa. Nella stessa giornata venivano perquisite le sedi di varie società in qualche modo riconducibili a Antonio Saladino . Il leader calabrese di Cl e Compagnia delle opere è sott’inchiesta con l’accusa di di aver dirottato fondi pubblici nelle casse delle sue società, con la complicità di politici regionali e nazionali, che in cambio avrebbero ricevuto appoggio elettorale o assunzioni su ruichiesta. La Eurogravure Spa, assieme ad altre cinque aziende è finita nell’indagine per via di una consulenza fittizia commissionata e pagata dalla Need, ritenuta società cassaforte di Antonio Saladino. Risulta quindi necessario procedere alla perquisizione di tutta la documentazione afferente le asserite consulenze effettuate e ricevute dalla Need . Procedendo in tale direzione i militari dell’Arma sono arrivati al suddetto finanziamento e alla Presidenza del consiglio. Quando i carabinieri si sono presentati alla sede del Governo, l’allora ex Premier Romano Prodi era già stato iscritto nella lista degli indagati di Why Not: sotto la lente della magistratura erano finiti i contatti fra Saladino e alcune persone molto vicine Romano Prodi capaci di influire sulla rotta dei fondi pubblici. Il coinvolgimento di Prodi comincia col sequestro del cellulare di Saladino. Nell’agenda del cellulare difatti vengono trovati i numeri di alcune persone vicine all’ex premier e anche un numero da lui usato. Nel mese di marzo il Corriere della sera aveva dato la notizia che l’indagine sul Presidente del consiglio era stata archiviata. Notizia prontamente smentita dalla procura generale che, al contrario di quanto pubblicato in quel periodo aveva avviato una seria di nuove verifiche in ordine alla posizione di Prodi, a cui viene tuttora contestato il reato di abuso di ufficio, per aver favorito le attività imprenditoriali di Saladino.

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