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Arrivano oggi a Crotone i funzionari del ministero dell’Ambiente, inviati dalla Prestigiacomo. Incontreranno il sindaco Vallone per fare il punto sui provvedimentii da prendere dopo l’apertura dell’inchiesta “Black mountains” sui rifiuti tossici. Vanno rimosse o in qualche modo isolate le 350mila tonnellate di scorie provenienti dalla fabbrica metallurgica dell’ex Pertusola, usate come materiale edile. Intanto dall’inchiesta emergono nuovi particolari. Si scopre che già nel 2003 l’Arpacal aveva denunciato la presenza di piombo nei prodotti agricoli. Tutti questi dati sono già in possesso del Ministero. E per oggi è programmata la protesta dei genitori dei bimbi che frequentano le due scuole in parte sequestrate. Non manderanno i loro figli a lezione. Hanno paura e chiedono interventi immediati. Sempre oggi è prevista una protesta anche nelle case ex Alerp. <> .
I rifiuti tossici usati come materiale fanno tremare il palazzo. L’inchiesta “Black mountains” del pm Pierpaolo Bruni della procura apre uno squarcio enorme in città. Ora bisogna agire. Anche perchè oggi resteranno aperte le aule delle due scuole di Crotone (l’elementare San Francesco e l’istituto tecnico commerciale) che celano nel sottosuolo rifiuti tossici, che arrivano all’ex sito industriale Pertusola.
Il Comune e la Provincia provano a correre ai ripari, sia il sindaco che il presidente dell’ente intermedio hanno scritto al linistero dellAmbiente. Oggi è programmata la task force e in municipio arriveranno gli emissari del ministro Prestigiacomo che della vicenda hanno deciso di occuparsi personalmente. Troppa l’emergenza, troppo l’orrore considerando che sotto terra sono sepolte 350mila tonnellate di rifiuti tossici. Ma potrebbero essere non solo le due ditte (quelle che compaiono nel registro degli indagati)che hanno usato le scorie cubilot, quelle che mescolate con la loppa dell’altoforno è diventato conglomerato idraulico catalizzato. E’ questo il materiale che è stato usato da Crotonscavi e dall’impresa di Paolo Ciampà. Ma c’erano altri imprenditori che avevano come interesse quello di prendere le scorie cubilot e di portarle via dall’ex fabbrica metallurgica. Usare quella miscela velenosa era conveniente. In questo modo partecipare alle gare d’appalto era un gioco. Si potevano abbassare i prezzi delle offerte. E poi il conglomerato idraulico catalizzato così come veniva utilizzato dalle due imprese non veniva neanche rullato, trattato, era messo nel sottofondo stradale così com’era, granuloso. Lo dimostrano le perizie tecniche. Ma oltre l’inchiesta giudiziaria adesso bisogna andare oltre. Intervenire affinchè la città non corri più rischi. Gli emissari del Ministero dell’Ambiente intanto vogliono capire qual’è il piano d’azione da mettere in campo. Costruire un programma insieme con il Comune. Oggi faranno un primo giro sulle diciotto aree sequestrate. Poi nel pomeriggio potrebbero incontrare anche i consulenti tecnici di cui si è avvalsa la procura per l’indagine. Intanto la paura cresce . La gente a Crotone non parla di altro. Non ci sono solo le scuole che da oggi resteranno chiuse, ma anche una sfilza di risarcimenti danni, di costituzioni di parte civile nel futuro processo, anche da parte di semplici cittadini che vivono in oltre 100 alloggi popolari, costruiti con il materiale incriminato. Oggi è prevista una manifestazione di protesta proprio lì nelle case dell’ex Alerp. <>, dice Aldo Sapio uno degli abitanti delle case popolari che sono a due passi dal mare, dal porto e a poca distanza dall’area industriale. Chi vive in quegli appartamenti di cemento armato non sa darsi pace. << noi abbiamo pagato queste case, con il nostro lavoro. Ora che cosa accadrà?>>, continuano gli abitanti del quartiere. In questi nove anni, cioè nel periodo in cui le case sono state realizzate, nel quartiere popolare c’è chi qualche lavoro di manutenzione lo ha fatto, “rompendo” il massetto di asfalto dov’è sotterrato il conglomerato idraulico catalizzato, la miscela “velenosa”, al centro dell’inchiesta della procura. E,dalla consulenze della procura, questo è un dato già registrato come pericoloso. E’ la paura e un disastro ambientale quello che gli emissari del ministro dell’Ambiente questa mattina si troveranno davanti. E dovranno dare delle risposte certe. Prima possibile. Anche perchè non si può più aspettare.

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