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Hanno chiesto il rito abbreviato – giudizio «allo stato degli atti» che in caso di condanna comporta lo sconto di pena di un terzo – i 12 imputati per associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti coinvolti nell’operazione «Gambero», condotta dai carabinieri e dalla Dda di Catanzaro. Il giudice dell’udienza preliminare, Abagail Mellace, oggi ha ammesso il rito alternativo per Cosimo Abbruzzese, 25 anni, Rita Abbruzzese, 29, Domenico Passalacqua, 30, Fiore Passalacqua, 26, Giovanni Passalacqua, 29, Maurizio Passalacqua, 21, Pierino Passalacqua, 27, Antonio Colacino, 50, tutti di Catanzaro. Decisione rinviata al 28 novembre, invece, per gli ultimi quattro zingari coinvolti Antonio Abbruzzese, di 33 anni, Maurizio Abbruzzese, 22, Rita Passalacqua, 32, Cosimo Passalacqua, 37, poichè i rispettivi difensori (tra loro Arturo Bova, Gianni Russano, Gregorio Viscomi) hanno chiesto che per loro l’abbreviato sia subordinato all’audizione di testi o all’effettuazione di diverse perizie, fra cui una psichiatrica, per Maurizio Abruzzese, che stabilisca se il 22enne è capace sia di intendere e volere che di stare in giudizio. Per tutti la richiesta di rinvio a giudizio è arrivata dal sostituto procuratore antimafia, Gerardo Dominijanni, titolare delle indagini, da principio coordinate assieme alla collega Maria Carla Sacco. Furono i due pubblici ministeri a chiedere e ottenere dal giudice per le indagini preliminari, Tiziana Macrì, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei dodici indagati, che i carabinieri notificarono con il blitz scattato alle prime luci dell’alba del 21 gennaio scorso. Quel giorno finirono in manette Antonio Abbruzzese, Cosimo Abbruzzese, Maurizio Abbruzzese, Rita Abbruzzese, Cosimo Passalacqua, Domenico Passalacqua, Fiore Passalacqua, Giovanni Passalacqua, Maurizio Passalacqua, Pierino Passalacqua, Rita Passalacqua, tutti pregiudicati e tutti domiciliati in viale Isonzo e traversa Isonzo. Il dodicesimo destinatario dell’ordinanza, sfuggito inizialmente alla cattura, fu catturato dopo qualche giorno. Si tratta Antonio Colacino, finito in carcere la sera del 25 gennaio, mentre consumava una pizza in un locale di Marcellinara. Con l’operazione «Gambero» gli investigatori ritengono di aver ricostruito la rete dei collegamenti tra i componenti del gruppo, e quindi a contestare il reato associativo.

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