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Oltre 40 mila euro negli ultimi tre anni: questa la cifra che i coniugi De Marco avrebbero dato al figlio Pasquale, secondo la confidenza che Marisa Grazia Campisano fece al proprio fratello Franco. È quanto quest’ultimo ha detto oggi, nel corso del processo che si sta tenendo davanti alla Corte d’assise di Catanzaro a carico di Pasquale De Marco, 34 anni, di Catanzaro, imputato per il duplice omicidio pluriaggravato e l’occultamento dei cadaveri dei genitori, Luigi De Marco e Maria Grazia Campisano, 71 e 59 anni, scomparsi il 5 giugno del 2007 dalla loro villetta situata a Simeri mare (Cz), nel villaggio Eucaliptus, i cui resti vennero poi ritrovati il 20 ottobre seguente, sotterrati sotto un ponte in una strada parallela alla Statale 106, nel Crotonese, avvolti in due teli di plastica. L’argomento delle continue richieste di soldi che Pasquale avrebbe fatto ai suoi genitori, e comunque al bisogno continuo dell’uomo di avere dei contanti dagli altri, è tornato al centro dell’attenzione nell’aula della Corte d’assise, dove oggi hanno sfilato dodici testimoni chiamati dal pubblico ministero Simona Rossi, ed interrogati anche dagli avvocati di parte civile – Domenico Mammola e Concetta Statizzi, per Adele e Giuseppe De Marco, fratelli dell’imputato; ed Eugenio Perrone per la sorella ed il fratello di Maria Grazia Campisano -, nonchè dai difensori dell’imputato, Piero Mancuso e Saverio Loiero, e dal presidente del collegio giudicante, il giudice Giuseppe Neri (a latere Rosario Murgida). Il primo a testimoniare è stato proprio Francesco Campisano, fratello di una delle due vittime il quale, il 13 maggio del 2007, si recò all’aeroporto di Lamezia Terme a prendere Pasquale che faceva ritorno dall’America. I coniugi De Marco erano ancora a Roma, dove ormai si erano trasferiti assieme ai figli, e giunsero in Calabria il 4 giugno seguente. Nelle more, Maria Campisano aveva chiesto al fratello di prendersi cura del figlio Pasquale, che era in Calabria da solo, spiegandogli anche che negli ultimi tempi lei ed il marito gli avevano dato sempre più soldi. «Un motivo di contrasto» tra il 34 enne ed i genitori, secondo il teste, che ha raccontato dell’insofferenza che Pasquale aveva nei confronti della sorella Adele e soprattutto del marito di lei, ritenendo che i due approfittassero del sostegno economico dei genitori, i quali invece avrebbero dovuto dedicarsi solo a lui ed al fratello Giuseppe. Anche Francesco Campisano, comunque – come gli altri parenti delle vittime e dell’imputato sentiti nel coso della scorsa udienza -, si è detto convinto che Pasquale utilizzasse la tecnica di stare lontano da casa e far perdere le proprie tracce per costringere i genitori a dargli dei soldi promettendogli che così avrebbe potuto acquistare le schede telefoniche per chiamarli o i biglietti dell’aereo per tornare a casa a trovarli.

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