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Pratico, gagliardo e soprattutto reattivo: il Cosenza conquista in rimonta il suo primo pareggio in campionato. Di un’utilità estrema perchè serve a staccare di due punti il Catanzaro e a mantenere inalterate le lunghezze del vantaggio.
Toscano rinuncia al centravanti Polani e al dinamico Galantucci (entrambi in panchina perchè non al top delle condizioni), e si affida ai centimetri di Cantoro in prima linea, con il supporto di Danti alla trequarti.
Il giovane e talentuoso fantasista parte da destra nel tridente mascherato e finisce spesso per accentrarsi e trasformare il 4-3-3 di partenza, in un più equilibrato 4-4-1-1, con l’ex di turno Catania molto più cauto sul versante mancino per tenere a bada il temibile Ousmane Sy, diciannovenne funnambolo senegalese.
La rivisitazione del modulo tattico favorisce l’inserimento in mediana del metronomo Profeta, sostegno per gli stakanovisti De Rose e Spinelli, in fase di contenimento ed anche mezz’ala con tempi eccezionali di inserimento.
La retroguardia è quella classica di Parisi confermato a destra per consentire a Moschella di trovar posto al fianco del leader Braca.
Il Cosenza è tosto, compatto, corto tra i reparti anche se un pò troppo bloccato: non soffre inizialmente l’esplosività degli esterni biancoazzurri (prezioso il lavoro di Parisi, De Miglio e i raddoppi sistematici di Catania e De Rose), chiude i rifornimenti a Menichini e Cavaliere (Spinelli gli toglie il fiato tra le linee), rischia soltanto al 6′ (destro di Rebecchi di poco a lato; Azione viziata da un evidente fallo di Menichini), controlla agevolmente, amministra saggiamente una gara difficile e rilancia con rapidità l’zione.
Sessanta scondi dopo il pericolo scampato è De Rose ad impegnare severamente Spitoni – deviazione in corner – con un destro potente e velenoso dal limite.
E’ autoritario e sicuro il Cosenza, e al 13′ va ad un passo dal vantaggio: Cantoro si aiuta con il fisico per ludere la marcatura del giovane Losito (sostituto dello squalificato Sgarra), attacca senza palla la profondità e, servito divinamente da Danti, esplode un siluro di sinistro che fa la barba al palo. Ci prova anche Braca su punizione: il suo mancino lascia immobile Spitoni ma si spegne ad un soffio dall’incrocio.
Qualche difficoltà il Cosenza le incontra a destra perchè Rebecchi ha una marcia in più: costringe al fallo da ammonizione prima Moschella, poi Parisi e alla mezz’ora salta in dribbling entrambi servendo su un piatto d’argento a Menichini, la palla del vantaggio andriese.
La reazione è gagliarda (al 33′ Danti arriva in spaccata su un cross di Cantoro, ma non trova la porta; tre minuti dopo Catania spizzica di testa una punizione di Moschella e sfiora il palo), ma la catena di destra coninua ad avere problemi, tant’è che anche Cavaliere si sistema su quel fronte per creare condizioni di superiorità numerica.
Al 40′ un’ingenuità di Moschella rischia di far capitolare il Cosenza, ma i rossoblù restano in vista e così Toscano, rinforza l’attacco con Polani sacrificando un centrocampista, Profeta.
Cinque minuti e la scelta viene premiata con il pareggio: Cantoro va via sul filo del fuorigoco e serve Polani che di tacco, libera Catania, chirurgico nella conclusione di sinistro per non lasciare scampo a Spitoni. Nuovo contrordine dopo aver risalito la china: fuori Danti, dentro Bernardi per un più equilibrato 4-4-2 ce serve ad annullare la pericolosità dell’Andria, ma anche a privare la gara di spettacolo. Il destro di Menichini del quarto d’ora (parato in due tempi da Ambrosi) è l’ultimo sussulto di un incontro che non ha più nulla da dire, una volta subentrato lo spirito di appagamento.

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