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Timbrava il suo cartellino e poi fuori, a far shopping e a farsi bella.
Per questo motivo un’impiegata della Provincia di Cosenza in servizio nell’ufficio agricolo di zona di Mormanno è stata sospesa e denunciata per truffa. La donna, una cinquantenne di Mormanno, tale D.S., è stata scoperta dai carabinieri mentre, invece di stare in ufficio a lavorare, andava dall’estetista, a fare la spesa o era impegnate in altre faccende che nulla
avevano a che fare con il suo lavoro. Dopo essersi premurata di “timbrare” si metteva in macchina e si recava nei posti più diversi, anche allontanandosi per molti chilometri dal luogo di lavoro.
I carabinieri hanno infatti accertato che l’impiegata in qualche occasione si
è addirittura recata a far vista a parenti che vivono fuori paese. Per il resto, le attività che la signora preferiva al lavoro erano prevalentemente le incombenze familiari, come fare la spesa, e le attività per la cura della persona: andare dal parrucchiere o al centro benessere.
Le indagini dei militari sono iniziate nel marzo scorso, ma solo ieri i carabinieri hanno notificato alla signora il provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Castrovillari, Cataldo Collazzo.
La donna, che, adesso è indagata per truffa aggravata e continuata ai danni
dello Stato. I carabinieri di Mormanno si erano accorti che la donna, in orario di ufficio, usciva per sbrigare faccende personali ed hanno deciso di controllarla, verificando che in più occasioni si era recata in un centro estetico, a fare la spesa e, talvolta, si era anche allontanata dal paese.
Fino a ieri sera non si sono registrate dichiarazioni da parte dei vertici dell’amministrazione provinciale che – lo ricordiamo – ha ereditato l’ufficio agricolo di Mormanno dalla Regione, insieme a gli altri 51 “Uaz” e tutti i relativi dipendenti. Oggi il totale attuale dei dipendenti provinciali, inclusi
anche quelli transitati a seguito delle deleghe regionali, è di 1260 unità, 440
di queste prestano servizio in strutture dislocate nel vasto territorio della provincia, tra i centri per l’impiego, i centri di viabilità invernale, la case cantoniere, i centri di formazione professionale e, appunto, gli uffici agricoli di zona. E non è difficile ipotizzare per i “periferici” una maggiora facilità nella pratica dell’assenteismo. Ma nel caso concreto sarà la magistratura a stabilire con quanta facilità e con quale frequenza la dipendente dell’ente provinciale si sia assentata. A conclusione degli accertamenti, i carabinieri hanno infatti presentato una relazione alla Procura di Castrovillari che ha chiesto e ottenuto dal gip la misura interdittiva: due mesi di sospensione
delle mansioni lavorative, e dello stipendio, ovviamente. Il resto si saprà in fase di giudizio. È difficile frenare il flusso di pensieri, che inevitabilmente
corre al capo del dicastero per la pubblica amministrazione Renato Brunetta. Resta però ora da capire se la signora sia di destra o di sinistra, come presumerebbe con facilità il ministro castigatore dei fannulloni.

Francesco Mollo

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