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«Le misure del Governo mettono a rischio immediato oltre 400.000 precari in Italia ed oltre tre milioni di giovani con contratti di lavoro a termine. In Calabria sono oltre 15.000 i precari che, se non interverranno modifiche normative, al 31 dicembre 2008 resteranno senza lavoro e senza salario». Lo denuncia la cgil, in una nota stampa a firma di Maria Di Serio, della segretaria nazionale, e di Antonio Cimino, della segretaria regionale.
«A perdere il posto di lavoro – secondo la Cgil – saranno per primi proprio quei lavoratori che hanno meno tutele, e nessun ammortizzatore sociale, nè cassa integrazione, nè indennità di disoccupazione, gli ex Lsu, attualmente con contratti di collaborazione, che svolgono mansioni amministrative, e quelli stabilizzati nei servizi di pulizia, nelle scuole. Ma a rischio sono tutti i precari della pubblica amministrazione, impegnati nella Regione, nelle Province, nei Comuni e nelle società partecipate, i tagli interessano infatti tutti i settori, a rischio sono anche le stabilizzazioni nei call center, ma tutto il settore privato non è esente da rischi, il venir meno dei finanziamenti interesserà infatti anche tutte le cooperative sociali che operano in regime di convenzione con gli enti pubblici per lo svolgimento di servizi all’infanzia, agli anziani e ai disabili. A pagare il prezzo della crisi sarà quindi soprattutto il Sud, i tagli ai servizi colpiranno in particolare le donne della Calabria, sulle quali ricadrà il compito di cura di bambini, anziani e disabili, chi si ritroverà a vivere in famiglia condizioni di disabilità, di non autosufficienza di genitori o nonni, sarà costretta ad lasciare il posto di lavoro anche se a termine, alla precarietà lavorativa si aggiungerà la precarietà delle condizioni di vita».
«Il 26 novembre a Roma – affermano ancora i sindacalisti della Cgil – i co. co.co. del personale Ata della scuola della Calabria, insieme agli altri lavoratori precari provenienti da tutta Italia, saranno presenti davanti al Ministero della Pubblica istruzione, per chiedere con forza il rinnovo dei contratti di collaborazione, un ulteriore presidio è stato già previsto per il 19 dicembre, all’impegno quotidiano, già sottopagato, che migliaia di lavoratori precari svolgono ogni giorno, si sta infatti aggiungendo la disperazione, per l’avvicinarsi della scadenza del 31 dicembre dei loro contratti. Il Governo è sordo rispetto al grido di protesta che dalla Calabria si sta alzando con preoccupazione e dignità, alla Cgil ed a Nidil resta il compito di dare voce a quanti non hanno altro che il loro lavoro, pur precario, per rimanere aggrappati alla speranza di non precipitare nella disoccupazione e nella povertà, la protesta della Cgil non è politica ma è la protesta di quanti rischiano di pagare in prima persona la crisi che attraversa il Paese. La Cgil e Nidil hanno lanciato dal 17 al 23 novembre a livello nazionale, ed in Calabria in maniera più massiccia, la settimana di mobilitazione contro la precarietà, che ha visto manifestazioni pubbliche, incontri, dibattiti, assemblee, in oltre 30 città della Calabria, ma le notizie preoccupanti che giungono dai posti di lavoro, hanno suggerito alla Cgil di prolungare ed intensificare il lavoro di informazione e di confronto con i precari. Lo sciopero generale del 12 dicembre proclamato dalla Cgil – conclude il comunicato stampa dell’organizzazione sindacale – sarà un’occasione importante per portare a conoscenza di tutta l’opinione pubblica il dramma di quanti vivono con salari bassi, condizioni di lavoro instabili, e che rischiano di essere espulsi, definitivamente, dal mondo del lavoro e non possono essere lasciati al loro destino».

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