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C’era aria di festa ieri pomeriggio al Ceravolo. La giornata di sole e l’amicizia con la tifoseria ospite, hanno riempito l’attesa con cori e iniziative che hanno finito per consolidare una fratellanza che si perde negli anni. Sul campo i protagonisti della partita scaldano i muscoli. Il tecnico dei pugliesi, alla sua seconda panchina dopo l’esonero di Chiricallo, manda in campo la migliore formazione possibile, considerate le assenze. Anche il Catanzaro deve rinunciare a Mangiacasale e Zaminga. Dal cilindro di Provenza viene fuori Benincasa, per la seconda volta in questo campionato titolare dal primo minuto. A spianargli la strada l’assenza per squalifica proprio di Zaminga. Il centrocampista nostrano fa coppia con Berardi nel centro di centrocampo. Alla fine, la sua è una gara al di sopra della sufficienza piena: intelligente e misurata. Parte dal suo piede anche l’azione che porta al doppio vantaggio. Berardi è regolarmente in campo nonostante la diffida. Per tutta la partita fa il bravo. L’arbitro però lo castiga a pochi minuti dalla fine con un cartellino giallo sicuramente esagerato per il fallo commesso. Morale della favola: Berardi salterà il derby con il Cosenza. In attacco torna Antonio Montella con Caputo a fargli da spalla.
CRONACA. Che la partita con il Barletta non sarebbe stata una partita come le altre, questo lo sapevano tutti. La posta in gioco, per entrambe le formazioni, era troppo alta per permettersi una qualsiasi distrazione. Il calendario si è divertito a metterla proprio alla vigilia della gara con il Cosenza. Per gli uomini di Provenza la difficoltà maggiore, oltre a quella di tenere testa ad un avversario determinato, era quella di riuscire a rimanere concentrati senza pensare al derby. E così è stato; almeno per i primi quarantacinque minuti. Quattordici risultati utili consecutivi non arrivano per caso. C’è un filo logico che spiega il cammino regolare della squadra giallorossa che, dopo aver vinto contro Aversa Normanna, Scafatese e Val di Sangro, conferma la legge del Ceravolo vincendo anche con il Barletta. La spiegazione? La cura Provenza, uno tra i migliori tecnici che si sono seduti sulla panchina del Catanzaro negli ultimi anni. Un tecnico che ha insegnato alla squadra ad essere cinica ma non troppo, visto che contro il Barletta è riuscita anche a regalare a se stessa e ai tifosi una sofferenza gratuita negli ultimi quindici minuti. Il Barletta e Sanderra sapevano che questa non era e non poteva essere la partita della rinascita. Hanno giocato una gara onesta, muscolare ma non troppo e mai rinunciataria. Per gli ospiti, nel primo tempo, una sola occasione con il palo di Emanuele Alessandrì, una vecchia conoscenza dei tifosi giallorossi, abile a sfruttare una indecisione della difesa di casa. Mancinelli c’è e blocca la palla con sicurezza. Troppo poco per impensierire il Catanzaro che inizia la gara come sempre, cercando di organizzare il gioco privilegiando le corsie esterne. Sulla sinistra Provenza conferma la coppia Armenise – Tomi, due cursori con attitudini difensive e offensive. Sulla destra Cardascio e Francesco Montella non sono da meno. Al primo vero affondo il Catanzaro va in vantaggio. Scampato il pericolo dopo il palo di Alessandrì, Mancinelli lancia Caputo che entra in area e lascia sul posto il suo avversario piazzando la palla tra palo e portiere. Sono passati poco più di dieci minuti dall’inizio della partita ed il Catanzaro è già in vantaggio. Il Barletta accusa il colpo ma è il Catanzaro ad approfittare del momento. E’ il 18′ quando Caputo raddoppia raccogliendo un invito di Tomi in piena area. Furlan non può nulla sul preciso diagonale dell’attaccante napoletano. Il doppio vantaggio accontenta i ragazzi di Provenza che lasciano l’iniziativa agli avversari. Il Catanzaro si risveglia al 43′ con una serie di azioni a percussione che fruttano tre calci d’angolo e mettono in evidenza le doti offensive di Di Maio. Il primo tempo si chiude con il Barletta in avanti. Buone le conclusioni al 46′ di Fabbro prima e di Alessandrì dopo. La ripresa è quasi tutta di marca Barletta, con il Catanzaro attento a non scoprirsi e, soprattutto, a risparmiare energie. Al 7′ ci prova Montella. Per rivedere il Catanzaro in area pugliese si deve attendere sino al 27′. Due minuti più tardi è il Barletta ad andare in gol con Laviano, bravo a raccogliere di testa un preciso invito di Mastronicola. Gli ultimi quindici minuti sono i più intensi della partita con il Barletta che preme sul pedale dell’acceleratore ed il Catanzaro attento a non scoprirsi. C’è anche il tempo per recriminare per un rigore non dato per un fallo su Marchano. La partita finisce dopo 5′ di recupero con le squadre che raccolgono il meritato applauso di tutto lo stadio.

di FRANCESCO IULIANO

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