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La Guardia di finanza di Reggio Calabria all’Azienda sanitaria provinciale numero
5. Gli uomini del colonnello Reda, ieri mattina, sono entrati negli uffici di palazzo Tipi e ne sono usciti portandosi dietro diversi faldoni. Centinaia di cartelle, migliaia di carte che sono state poste sotto sequestro dalle Fiamme gialle e che prima erano depositate presso gli archivi dell’ufficio di tesoreria
dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. I faldoni prelevati dagli
uffici di palazzo Tibi adesso saranno passati allo scanner da parte degli investigatori della Guardia di Finanza di Reggio Calabria. A loro i magistrati della procura della Repubblica reggina, che avrebbero aperto un fascicolo di indagine, hanno affidato il delicato compito di effettuare una verifica approfondita del materiale posto sotto sequestro. Nel mirino degli inquirenti pare
esserci il rapporto con il tesoriere dell’Azienda sanitaria provinciale numero 5.
In particolare, poi, sarebbero finite sotto osservazione diversi operazioni relative alla delicata pratica dei pignoramenti e quelle riferibili alle anticipazioni. Un giro di diversi milioni di euro. Gli accertamenti, comunque,
sarebbero riferibili alle passate gestioni dell’ex Azienda sanitaria locale.
L’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, come si ricorderà, è stata
sciolta per infiltrazioni mafiose con un decreto del presidente della Repubblica,
datato marzo 2008. Da allora l’Asp è retta da una commissione prefettizia
guidata dall’ex generale dell’Arma, Massimo Cetola. Insieme a Cetola, poi,stanno condividendo questa difficile avventura altri due rappresentanti prefettizi.
L’insediamento della Commissione prefettizia è stata contrassegnato da qualche difficoltà. Uno dei tre commissari (Claudio Ranucci) non si è mai insediato,
Salvatore Carli (il commissario nominato dal ministero dell’interno) è stato
sostituito strada facendo. Nel tempo, poi, sono state diverse le difficoltà incontrate dai commissari prefettizi. In primis la stima dell’enorme deficit finanziario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Un buco di 500 milioni di euro che ha messo in crisi l’Asp è aperto diverse vertenze, non ultima quella con le strutture private, le cooperative e le farmacie della provincia di Reggio Calabria. Vertenze tutte basate sulle difficoltà economiche in cui versano questi erogatori di servizi a causa dei ritardi nei pagamenti da parte dell’Asp.
Nei mesi scorsi, poi, si era rischiato anche il blocco degli stipendi ai dipendenti dell’azienda. Nei giorni scorsi, poi, è stato raggiunto un accordo con la Regione, attraverso la mediazione dell’assessore regionale al Bilancio Demetrio Naccari Carlizzi, finalizzato a ridurre le difficoltà e, soprattutto, con l’ingresso di un altro grosso istituto bancario al posto della banca tesoriere. Ieri, poi, la novità. Con le auto della Guardia di finanza del comando provinciale in sosta sotto gli uffici dell’Azienda sanitaria provinciale e le carte sequestrate e sotto analisi da parte delle Fiamme Gialle.

Giovanni Verduci

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