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La Procura generale di Catanzaro e la Procura della Repubblica di Salerno dovrebbero tornare ciascuna alla propria attività di indagine, la prima a quella relativa all’inchiesta Why not, ed anche a quella denominata «Poseidone», la seconda a quella relativa ai presunti illeciti che sarebbero stati commessi da alcuni magistrati in servizio nel capoluogo calabrese, anche in relazione allo stesso fascicolo Why not.
Sarebbero questi gli effetti dell’accordo intervenuto ieri sera, a seguito di un’apposita riunione avvenuta a Salerno, su iniziativa del procuratore generale campano Lucio di Pietro, tra i protagonisti dello scontro giudiziario fra i due uffici inquirenti, che si sono indagati a vicenda con sequestro e controsequestro di atti. L’accordo, i cui dettagli tecnici non sono ancora ufficialmente operativi, parrebbe andare infatti nel senso che le due procure dissequestreranno gli atti, di modo che ognuno potrà tornare immediatamente alla propria attività investigativa.

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