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Avvicinare la popolazione alla conoscenza dell’immigrato, attraverso l’apprendimento delle religioni che regolano le abitudini e le usanze delle diverse civiltà. Questo in sintesi l’obiettivo della scuola primaria «I circolo didattico S.Rocco» di Isola Capo Rizzuto, che ha promosso un progetto dal titolo «Le grandi religioni del mondo».
Un’idea attuale e quanto mai necessaria nel territorio di Isola, rivolta ai genitori degli alunni, i quali quotidianamente si ritrovano a contatto con un gran numero di immigrati, ospiti del Centro d’accoglienza più grande d’Europa. E non a caso, il progetto si è concluso proprio all’interno del Cda di S.Anna, grazie alla collaborazione della Misericordia di Isola, che ha dato il proprio contributo con la partecipazione di don Giuseppe Santoro, correttore spirituale dei volontari della confraternita e la direttrice del Centro, Liberata Parisi.
«Un’esperienza dal forte valore educativo – ha commentato Pasquale Provenzano, il docente che ha ideato il progetto con l’appoggio della direttrice della scuola Aurora Placanica e l’insegnante di religione Antonella Liotti – che è servita a sfatare molti miti e ad avvicinare i genitori alla realtà del contesto in cui vivono». Non a caso sono state rivolte tantissime domande curiose alla direttrice, per comprendere la verità su una serie di aspetti miticizzati all’esterno del Centro, come ad esempio una probabile rimunerazione giornaliera per tutti gli ospiti (circostanza non veritiera, in quanto ogni ospite riceve solo beni di natura materiale quali vestiti, generi di conforto, di igiene personale, effetti letterecci, sigarette e schede telefoniche ma non di natura economica), oppure se esistono attività volte ad avvicinare gli ospiti alla cultura del rispetto delle regole.
A tal proposito Liberata Parisi ha evidenziato che la Misericordia e la Caritas, enti gestori del Centro, hanno avviato una scuola di educazione civica, attivata accanto a quella di italiano e ai vari laboratori di pittura e delle donne, proprio per avvicinare sempre più gli immigrati alla conoscenza degli usi e costumi della civiltà italiana. «Ma assieme alle attività non bisogna dimenticare – ha continuato la direttrice – che ognuno degli ospiti presenti nel Centro, arriva in Italia lasciandosi alle spalle un vissuto tragico e che aldilà di ogni servizio offertogli, si procede inizialmente al sostegno psicologico e all’informativa legale. Il laboratorio delle donne ne è un esempio, unico in tutta Europa, accoglie dapprima con difficoltà le donne presenti nel Centro, per poi avvicinarle grazie all’ausilio di psicologhe e sociologhe, ad una sorta di emancipazione mentale e psicologica, nonostante le torture subite». Risposte che hanno ridimensionato la visione dei genitori, stupiti dall’armonia e dai servizi presenti all’interno della struttura e particolarmente emozionati davanti allo spettacolo canoro, regalato loro proprio dalle donne del laboratorio, le quali si sono esibite in uno stralcio del musical « Aggiungi un posto tavola».
«Bisognerebbe imparare ad individuare tutto ciò che ci unisce, anzichè sottolineare continuamente le differenze che ci separano» hanno commentato a fine visita unanimemente le presenti, positivamente colpite da un piccolo cosmo «che racchiude non solo colori e lingue diverse, ma una moltitudine di emozioni e sentimenti comuni a quelli di ciascuno di noi».

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