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Punita da un rigore (concesso fin troppo bonariamente), ma anche dalla propria incapacità di organizzare una controffensiva efficace e pericolosa (l’unico a salvarsi è il funambolo Ciotti), la Vigor Lamezia perde ancora, lascia alla Scafatese l’intera posta in palio e resta desolatamente in fondo alla classifica, vittima di ansie sempre più evidenti. Ammirata deve rinunciare allo squalificato Filippi e non recupera nemmeno Pascuccio: la difesa è chiaramente incerottata con Ciminari chiamato ad agire da centrale al fianco di Stroffolino e Carraro costretto ad adattarsi sulla fascia destra.
In condizioni di emergenza la ricerca degli equilibri passa innanzitutto attraverso il modulo particolarmente accorto: il Lamezia si dispone su quattro linee, sistema due mediani – Clasadonte e l’ex Amita – ad immediato ridosso della difesa ed una folta linea di trequartisti – Ciotti, Sanso e Riccobono – con consegne prevalentemente difensive: le distanze tra i reparti vanno accorciate (per ingabbiare i raffinati palleggiatori Corsale e Marzocchi, recuperato in extremis) e sulle fasce occorre un gran sacrificio per frenare l’impeto di Izzo e soprattutto del funambolo Ramora (chissà quanto rimpianto dai dieci impavidi sostenitori lametini presenti al Comunale ed in aperta contestazione con squadra e società).
La tattica dello stratega Ammirata consente alla Vigor di frenare la trazione anteriore della Scafatese, di irretirne le fonti del gioco e renderne di conseguenza prevedibile la manovra.
Chiaro, l’occupazione maniacale degli spazi tra difesa e centrocampo priva di grossi rifornimenti l’unico terminale offensivo Ragatzu, ma è sufficiente comunque per restare in partita ed anche per metter paura alla Scafatese (messa male in difesa senza Terracciano e Marini e con Correale dirottato per vie centrali). Soprattutto quando inserisce il turbo l’indemoniato Ciotti, onnipresente sulla fascia destra, in grado di raddoppiare le marcature su Ramora e pure di schizzare via in contropiede con lucidità e velocità. Al 14′ approfitta di un errato disimpegno di Correale e con un destro potente chiama De Felice alla difficile deviazione in corner.
Dieci minuti dopo non inquadra invece il bersaglio sugli sviluppi di un corner. La Scafatese non riesce ad elaborare la solita rapida manovra ed allora punta tutto sulla fisicità del gigante Martone. Che di testa le prende tutte e coi suoi 190 centimetri mette in apprensione sia Ciminari che Stroffolino (al 26′ deve opporsi col fisico ad una sua conclusione ravvicinata) ed al 29′ guadagna con astuzia il penalty (poi trasformato con freddezza da Varriale) che rompe gli equilibri: ingenuo Carraro, che si fa aggirare e poi strattona leggermente portando l’arbitro alla concessione della massima punizione). Sotto di un gol, i piani della Vigor crollano: i reparti si sfilacciano, Ciotti resta l’unico punto di riferimento imprevedibile e la Scafatese sfiora due volte il raddoppio sull’asse Izzo-Martone: al 32′ il primo lancia il secondo (conclusione potente, ma non precisa) due minuti dopo l’ariete canarino ricambia il favore con un assist delizioso, ma è bravo Panico a deviare d’istinto il tocco ravvicinato di Izzo. Cresce la Vigor nella ripresa, avanza il proprio baricentro, minaccia la porta di De Felice soprattutto su calci piazzati, ma corre rischi enormi in contropiede e deve ringraziare prima i riflessi di Panico (bravo a deviare in corner una punizione velenosa di Corsale), poi l’egoismo di Martone (al 18′ non serve il liberissimo Varriale e permette a Stroffolino di rinculare) se resta in partita. Subentrano anche Ianni ed il giovanissimo Bassi De Masi, ma è soltanto l’inesauribile Ciotti a rendersi pericoloso in pieno recupero con un bolide dalla lunga distanza deviato con affanno da De Felice

Filippo Zenna

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