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Ha seguito la linea annunciata ieri da Antonio Di Pietro di votare sì a tutte le richieste di autorizzazioni a procedere nei confronti dei parlamentari, il componente dipietrista della giunta, Nello Formisano. Il parere della Giunta passa ora all’esame dell’aula la cui riunione si tiene nella mattinata.
Maurizio Paniz, capogruppo del Pdl in giunta, ha spiegato i motivi di questa decisione: «Non ci sono nè pericolo di fuga nè pericolo di inquinamento di prove, sono due cose che non vengono prospettate dal magistrato che ha fatto la richiesta nei confronti di Margiotta». Tra l’altro, anche se su questo la giunta non deve esprimersi, «nel merito possiamo dire che ci sono indizi molto deboli». Anche secondo Antonio Leone (Pdl) «non c’è nulla» a carico di Margiotta. E poi rincara la dose: «C’è anche una sorta di fumus persecutionis nei suoi confronti, non è la prima volta che questo pm si occupa di questo deputato. Diciamo che è un pm che dà lavoro a questa giunta».
Sulla stessa linea il capogruppo del Pd in giunta, Lorenzo Ria: «In questo malloppo di 500 pagine che ci è arrivato mancano assolutamente i presupposti per l’esigenza di una custodia cautelare per Margiotta. E per quanto ci riguarda, non c’è nessun riferimento alla possibilità di inquinamento di prove, per altro per un’indagine già conclusa. Inoltre, il quadro probatorio è molto debole».
Ad eccezione della posizione isolata dell’Idv, la decisione in giunta è stata presa senza difficoltà. Anche se ad un certo punto la discussione si è accesa tra maggioranza e opposizione perchè, come ha raccontato l’esponente del Pd, Ria, «c’è stato chi nel Pdl ha visto questa vicenda come un ulteriore segno di un’aggressione della magistratura al Parlamento e alla politica. Ma noi – dice Ria – non vogliamo inquinare questa storia con elementi che nulla c’entrano con il caso singolo. Su questo c’è stato un pò di dibattito».

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