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La situazione dei debiti fuori bilancio di quattro delle cinque Province calabresi e dei comuni capoluogo è di «criticità». Solamente la Provincia di Cosenza non è interessata da tale fenomeno. A rilevarlo è la sezione di controllo della Corte dei Conti.
Con riferimento alle amministrazioni provinciali di Catanzaro, Vibo, Crotone e Reggio Calabria, sono stati esaminati un totale di 156 provvedimenti di riconoscimento di debiti fuori bilancio. Nel triennio 2005-2007 i debiti riconosciuti ammontano a complessivi 16 milioni 870 mila euro, dei quali l’81,14% è relativo ad oneri derivanti da sentenze esecutive. Seguono in ordine di incidenza percentuale le altre fattispecie contituite dalla ricapitalizzazione di società a partecipazione pubblica con il 16,33% (province di Crotone e Reggio Calabria), l’acquisto di beni e servizi di pubblica utilità con l’1,99% (tutte le province), gli oneri relativi a disavanzi di aziende speciali con lo 0,54% (Crotone).
Circa le modalità di copertura la Corte dei Conti ha registrato l’utilizzo delle disponibilità di parte corrente di bilancio nella misura del 58% dei debiti complessivi riconosciuti dalle province e dell’avanzo di amministrazione nella misura del 42%. Un elemento di rigidità delle manovre di bilancio è rappresentato dall’incidenza dei debiti riconosciuti sull’attività ordinaria degli enti nella misura del 2,21% sulle entrate correnti e nella misura dell’1,11% sugli impegni. Per quanto riguarda le amministrazioni comunali sono stati esaminati un totale di 138 provvedimenti. I debiti riconosciuti ammontano complessivamente a 40 milioni 913 mila euro, dei quali l’importo di 30 milioni 657 mila euro riguarda il Comune di Reggio Calabria, con una percentuale del 75% sul totale dei debiti riconosciuti nel triennio. Dei debiti complessivi riconosciuti, l’82% è relativo ad oneri derivanti da sentenze, e il 15% ad oneri derivanti da acquisto di beni e servizi. Le fattispecie costituite dalla ricapitalizzazione di società partecipate e dagli espropri rispettivamente con il 2% e l’1% hanno carattere residuale rispetto agli oneri complessivi riconosciuti nel triennio. Nella relazione del magistrato Anna Bombino si evidenzia che “le criticità e le anomali rilevate negli atti di riconoscimento dei debiti fuori bilancio e la loro elevata ricorrenza nelle realtà amministrative monitorate dovrebbero opportunamente indurre gli enti e soprattutto gli organi consiliari, quali organi di controllo delle scelte degli organi esecutivi dell’amministrazione, a dotarsi di opportuni strumenti onde evitare il fenomeno dei debiti sommersi e della crescita degli impegni finanziari svincolati da una rigorosa politica di bilancio».

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