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Un tragico incidente dai risvolti però poco chiari: questo il responso dell’autopsia che delinea una chiave di lettura della morte di Mauro Scalise, 41
anni, l’operaio Lsu del Comune di Serrastretta, che ha perso la vita sabato scorso tra le fiamme della sua auto finita fuoristrada. L’esame autoptico ha
escluso con certezza ipotesi di omicidio: sul corpo della vittima non sono state infatti rilevate lesioni o segni di aggressione. Anche sull’auto di Scalise non sono emersi elementi che potessero ricondurre ad un probabile omicidio: sulla
carrozzeria della Fiat Punto non sono stati rilevati dai carabinieri fori di proiettile d’arma da fuoco o altre tracce di violenza. Escluso l’omicidio, gli inquirenti ed i medici legalisonoperò cauti,nondisponendo sino alla tarda sera
di ieri il nulla osta per il rilascio del corpo e quindi per il seppellimento della salma. Una cautela investigativa finalizzata a dare risposte a quei tanti “perché” di una morte così atroce e sulle cause che hanno determinato la
perdita di controllo del mezzo e la successiva esplosione. Un incidente, quindi, finito in tragedia: l’auto sulla quale viaggiava Mauro Scalise sarebbe uscita fuori strada, finendo sul ciglio di una scarpata in una zona impervia e collinare della frazione Migliuso di Serrastretta, tra ulivi e boschi. E qui il mistero:
perché quell’auto è uscita fuori strada? E cosa ha provocato quelle fiamme che in poco tempo hanno avvolto il mezzo e determinato l’esplosione? Su questo indagano i
carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli. All’interno della Fiat Punto c’era una tanica di ben 20 litri di benzina, un contenuto copioso di liquido infiammabile che sarebbe stato acquistato poco prima dalla vittima, forse
per il rifornimento del suo trattore. Ed, infatti, l’appezzamento di terreno di Scalise si trova a pochi metri di distanza dal luogo del tragico incidente. Probabilmente l’urto causato dall’uscita fuori strada del mezzo avrebbe generato un corto circuito. Da qui le fiamme che avrebbero poi raggiunto la tanica di
benzina e determinato l’esplosione. Un’ipotesi su cui lavorano i militari di Soveria. E l’aspetto più tragico è che Mauro Scalise ha visto la morte in faccia: avrebbe infatti cercato di uscire dal mezzo, cercando disperatamente di aprire le portiere che però erano bloccate. Poi avrebbe cercato di sfondare con dei calci il parabrezza ma invano. Il cadavere è stato poi trovato dal lato passeggero e con un piede sul cruscotto. Una manciata di minuti prima, alcuni residenti del luogo avevano sentito il suono continuo di un clacson, forse azionato da un piede della vittima. E poi una terribile esplosione. E sono proprio le cause dell’esplosione ora all’esame dei carabinieri. L’allarme era stato dato da un passante che ha visto l’auto in fiamme e che poco prima aveva altresì notato
quella Fiat Punto che in direzione opposta transitava su quella strada. Un uomo conosciuto e benvoluto da tutti, padre di due ragazzi di 12 e 10 anni, la cui vita si è spenta proprio il giorno del suo anniversario di matrimonio e poche settimane prima del suo compleanno.

Eugenia Cataldi

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