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Può sembrare una partita a scacchi quella delle nomine dei dirigenti della sanità lucana. A dar credito alle voci dei bene informati che si sentono in questi giorni, le pedine del riassetto della sanità regionale, che dovrebbe rappresentare la nuova sanità lucana, sono sempre le stesse. Alcune sono cambiate e altre cambieranno ruolo. Ma il re e la regina restano i partiti. Il primo segnale si è già avuto con la recente nomina dei direttori delle nuove aziende sanitarie e del Crob (Centro regionale di riferimento oncologico) di Rionero. C’è stata qualche promozione, come quella dei 4 direttori generali. All’ospedale San Carlo di Potenza, Giovanni De Costanzo, da dirigente della regione è stato nominato direttore generale, e ha nominato a sua volta Antonio Pedota, come direttore amministrativo, che è stato dirigente amministrativo dell’Asl 2 e direttore amministrativo dell’Arpab e poi dell’Asl 3 di Lagonegro. Al Crob di Rionero, Rocco Maglietta è stato nominato direttore generale, e pare voglia dare l’incarico di direttore sanitario al fedele amico Antonio Picerno, attuale primario del laboratorio analisi del San Carlo. Maglietta, da aiuto in anatomia patologica, ha avuto l’incarico di primario della Medicina legale del San Carlo. Qui inizialmente era solo, poi ha finalmente avuto un aiuto. Ha ricoperto l’incarico di direttore sanitario del San Carlo e dell’Asl 2 di Potenza, e contemporaneamente è stato responsabile dello screening cervico uterino. Ha dovuto rispettare qualche turno di riposo tra le varie nomine.
All’Asp di Potenza il direttore generale è Pasquale Amendola. Già dirigente della direzione sanitaria è stato promosso a direttore sanitario del San Carlo per poi passare al Crob nella stessa veste. All’Asm di Matera Vito Gaudiano, è il direttore generale, ex direttore sanitario dell’Asl 4 di Matera.
Per completare il mosaico del “gotha” della dirigenza regionale della sanità, mancano ancora le nomine di alcuni direttori sanitari, amministrativi e di tutti i dirigenti dei distretti che, come ha detto Gaudiano nella conferenza stampa di sabato, saranno delle piccole Asl. Dando ragione a coloro che durante la progettazione del riassetto sanitario temevano una trasformazione in mini Asl, invece che una loro riduzione.
I nomi che circolano sono sempre gli stessi. Alcuni probabilmente verranno retrocessi, altri staranno fermi per questo turno. Pare che Edmondo Iannicelli – dotato di un curriculum più che invidiabile, direttore generale dell’Asl 3 di Lagonegro e poi di quella di Venosa – sarà retrocesso e tornerebbe al ruolo di direttore amministrativo, questa volta all’Asp. Pietro Quinto sarebbe retrocesso da direttore generale della Asl 5 di Montalbano Ionico, dove ha fatto la scalata partendo da semplice collaboratore amministrativo, a direttore amministrativo dell’Asm. E il già dirigente generale dell’assessorato alla Sanità, Giuseppe Montagano verrebbe “retrocesso” a direttore sanitario dell’Asm. Giuseppe Cugno, che ha ricoperto il ruolo di direttore sanitario del San Carlo e dell’Asl 2 di Potenza, sarebbe nominato direttore sanitario dell’Asp. Questa è la partita a scacchi si sta giocando per la governance della sanità lucana. E assume sempre più le sembianze di una “casta” inamovibile. I “maligni” sostengono che, al di là degli annunci di rinnovamento, le nomine siano dettate da accordi fra uomini politici che attingono sempre al loro stesso bacino di fedelissimi. E i giovani promettenti? Magari, scavando meglio, ci si potrebbe accorgere che fra loro ci sono teste pensanti che potrebbero essere utili al miglioramento della sanità lucana e non solo. Il tema della migrazione dei cervelli e dell’abbandono della terra natia è spesso evocato, ma chi ha la possibilità di frequentare ragazzi di buone speranze che stanno per laurearsi o che si sono appena laureati, sa che la storia si ripete: «Per tentare di esprimersi bisogna andare altrove» si sente dire spesso da loro. I ruoli che contano, e non solo, sono spesso blindati e se si tiene conto che la Sanità rappresenta soltanto una parte degli incarichi dirigenziali nella regione, a un giovane di buona qualità che intende emergere per capacità senza salire su nessuno dei carri dei partiti, non resta che lasciare la regione sconsolatamente. Questa è la triste realtà.

Gianfranco Gallo

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