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E’ di 40 arresti, tra quelli in flagranza e in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, il bilancio dell’operazione “Centauro”, portata a termine oggi dai carabinieri della Compagnia di Gardone Valtrompia.
L’indagine è nata circa due anni fa da un episodio di rilevanza apparentemente marginale, ma che ha consentito po di scoprire fortissimo collegamenti tra lo spaccio di cocaina in Valtrompia e cosche dell’’ndrangheta in Calabria.
In particolare, tra i destinatari dell’ordinanza, c’è anche Domenico Mammoliti, personaggio di spicco della ‘ndrangheta. Circa due anni fa sono iniziate le indagini su un colpo di pistola esploso nella vetrata di un’agenzia di pompe funebri in Valtrompia. Si scoprì successivamente che si trattava di una ritorsione per un debito di droga non pagato. Da lì, ulteriori sviluppi hanno consentito di risalire all’organizzazione criminale che, in certi periodi, secondo quanto ha spiegato il pm Paolo Savio, faceva entrare in provincia di Brescia anche dieci chilogrammi di cocaina al mese.
La droga, in alcune occasione sarebbe giunta nel bresciano dopo essere stata infilata nell’apparato riproduttivo di alcune mucche. Alla conferenza stampa sono intervenuti, tra gli altri, il comandante provinciale dell’Arma colonnello Riccardo Galletta e il procuratore capo di Brescia Nicola Pace. Quest’ultimo, si è soffermato con particolare efficacia, nella descrizione di come la ‘ndrangheta costituisca le proprie cellule in realtà diverse dalla Calabria. Si tratta, ha spiegato di quelli che nel gergo criminale vengono definiti «i locali» e risalire a loro, non è facile.

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