X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Ha trovato il coraggio e la forza di raccontare tutto. Prima al marito. Poi ai carabinieri. A questi ultimi, la ragazza rumena di 22 anni, bracciante agricola,
sposata e madre di un bambino che si trova in Romania, ha raccontato di aver subito, nella notte tra mercoledì e giovedì scorso, una violenza sessuale da parte di cinque suoi connazionali.
Ai carabinieri ha indicato particolari importanti per l’identificazione dei presunti autori della violenza di gruppo che sono stati già fermati dai militari della Tenenza di Cassano, guidati dal tenente Giorgio Feola, in collaborazione con i colleghi della compagnia di Corigliano, guidata dal capitano Raffaele Ruocco. Adesso, i cinque cittadini rumeni, Munteano Maricel, 33 anni, Mresan Vasile, 22 anni di Cluj, Mresan Valer, 34 anni di Cluj, Lacatus Calin Tiberin, 20 anni di Alba, e Tarnavean Paul Cristian, 22 anni di Cluj, tutti domiciliati alla contrada Bruscate Grande di Sibari, nel comune di Cassano, e tutti braccianti agricoli, si trovano, in stato di fermo giudiziario, associati al carcere di Castrovillari, accusati di violenza sessuale di gruppo e di sequestro di persona.
Sono stati trovati dai militari nella propria abitazione già con le valigie pronte. Probabilmente qualcuno di loro, o tutti, volevano “prendere il volo” per trasferirsi altrove e far perdere le proprie tracce. Oggi, il Gip del Tribunale di Castrovillari si pronuncerà sulla convalida del fermo e su eventuali altre decisioni.
La cronaca racconta che la ventiduenne madre, bracciante rumena, in Italia da qualche mese, nel corso di una notte d’inverno è stata vittima per ore di una violenza bruta, i cui segni resteranno indelebili. Venerdì mattina, accompagnata dal marito, si è recata nella stazione dei carabinieri di Sibari.
Ai militari ha raccontato, con molto imbarazzo e, soprattutto, con molta paura, di essere stata vittima di una violenza sessuale di gruppo. La ragazza nel denunciare quanto le era accaduto, ha fornito ai militari elementi indispensabili per l’individuazione del “branco”. Con una dovizia di particolari, ha descritto i suoi 5 presunti violentatori che abitavano vicino casa sua e che lei conosceva solo di vista. I cinque l’avrebbero prelevata con la forza dalla propria abitazione, l’avrebbero percossa e l’avrebbero portata nell’abitazione in cui essi vivevano. A turno, ne avrebbero abusato, violentandola.
Sembra che la violenza sia stata accertata da una successiva visita medica. I sanitari, a quanto riferiscono le forze dell’ordine, avrebbero emesso un referto con una prognosi di 7 giorni.
La giovane rumena ha “fotografato” nella propria mente i suoi violentatori. Ai militari di Sibari ha indicato anche alcuni loro particolari personali, tipo tatuaggi sul corpo, orecchini ai lobi e persino alcune cicatrici sul corpo di qualcuno di loro.
Sulla scorta di queste indicazioni, i carabinieri della Tenenza di Cassano, in collaborazione con i colleghi della compagnia di Corigliano, hanno iniziato le indagini e nel tardo pomeriggio di venerdì, intorno alle 18,30, hanno individuato e fermato i presunti componenti del “branco”, riscontrando le indicazioni e i particolari loro forniti dalla giovane rumena.
La giovane madre, pur se provata dalla violenza subita, è determinata: «Devono essere puniti».

Antonio Iannicelli

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE