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di ANTONIO MORCAVALLO
L’ultimo aggiornamento è di alcuni giorni fa. Lo spazio rimasto bianco dopo l’arresto di Giuseppe Setola è stato riempito in pochi giorni. Fuori il campano, indicato come boss dei Casalesi, finito in manette il 14 gennaio, nella lista
entra Salvatore Coluccio. Calabrese, 42 anni, ricercato dal 2005, accusato di associazione mafiosa, è il nono esponente della regione nel particolare elenco dei “latitanti di massima pericolosità”. I 30 ricercati della lista redatta dalla
Direzione centrale della Polizia criminale di Roma, secondo le indicazioni del Giirl (Gruppo integrato interforze ricerca latitanti), sono i più pericolosi. L’iniziativa di rendere noti nomi e foto, è spiegato dal Ministero dell’Interno, «è volta a stimolare lo spirito di collaborazione della collettività con le forze di polizia nel settore della ricerca di pericolosi malviventi». Nell’album dei peggiori, frutto del Programma speciale di ricerca
del Ministero dell’Interno, mafia, camorra e ‘ndrangheta si dividono equamente
i posti. Nove sono i calabresi, dieci i siciliani, nove i campani, e due della
Sardegna. Ricercato numero uno sembra essere quel Matteo Messina Denaro, indicato come possibile nuovo capo della cupola siciliana, dopo l’arresto del novembre 2007 di Salvatore Lo Piccolo. Latitante dal 1993 Denaro, detto Diabolik, è ricercato per associazione di stampo mafioso, omicidio, strage, devastazione,
detenzione e porto di materiale esplodente. Dal 2002 è condannato all’ergastolo.
Ma nella sola prima delle sei file che compongono il “cartellone” segnaletico sono
tre i nati in Calabria. Se il primo dell’elenco è Vito Badalamenti, di Cinisi, figlio del boss Tano, latitante fin dal 1995, a seguire c’è il calabrese Carmelo Barbaro, 61 anni, ricercato dal 2001 per associazione mafiosa, omicidio e altri reati, deve scontare 22 anni e cinque mesi di carcere. E’ considerato dagli inquirenti un esponente di spicco della cosca De Stefano-Tegano di Reggio Calabria. Poi è la volta di Domenico Condello, 53 anni, reggino, ricercato dal 1993, per omicidio, associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, rapina, armi. Deve espiare la pena dell’ ergastolo. Domenico è il cugino di Pasquale, “il supremo”. Proprio quest’ultimo, per anni è stato il ricercato numero uno, dopo che dal 1988, dopo essere uscito di prigione su cauzione, si era dileguato. Fino al febbraio 2008: i carabinieri del Ros lo trovarono nel quartiere Pellaro. Terzo calabrese super ricercato è Giovanni
Strangio. Il trentenne di San Luca, nella lista del ministero è inserito da dopo la strage di Duisburg. E’ in compagnia di Sebastiano Pelle e Antonio Pelle. Anche loro di San Luca. Parenti e nemici di faida. I Pelle-Vottari da una parte, i
“Nirta-Strangio” dall’altra. In mezzo la strage di Natale e quella di Ferragosto, e decine di morti ammazzati. Un elemento che contraddistingue, tra le mafie, la ‘ndrangheta: tutto resta in famiglia. Cambiano i nomi, ma i cognomi, restano immutati. E nel caso di Antonio Pelle cambia solo la data di nascita. Se un Antonio Pelle, detto “Ntoni Gambazza”, 77 anni, è tra i 30, ricercato dal 2000 per
associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico internazionale di armi e
droga, un altro, classe 1962, ne è uscito con l’arresto dello scorso 16 ottobre. Inseriti tra i 30, anche Antonio Michele Varano, 57 anni di Centrache in provincia
di Catanzaro, ricercato dal 2000 per associazione di tipo mafioso, associazione
per delinquere, contrabbando di tabacchi lavorati esteri, ed altri gravi reati finanziari ed economici. E ancora l’imprendibile Giovanni Tegano (esponente dei destefaniani). Il settantenne reggino, condannato all’ergastolo per mafia e omicidi, è uccel di bosco dal 1993. Giuseppe Giorgi, 48 anni, di San Luca, è invece ricercato è ricercato dal 1995 per associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, armi, estorsioni ed omicidi, e deve espiare 17 anni di reclusione. Ultimo calabrese, inserito nell’elenco dei latitanti di “massima pericolosità”, è Salvatore Coluccio, di Marina di Gioiosa Jonica, fratello di Giuseppe, tra i 30 fino allo scorso 7 agosto e considerato re del narcotraffico (da poco estradato in Italia dal Canada). Salvatore, che prende
il posto di Setola, è ricercato dalle forze di polizia per associazione di stampo mafioso. Come per gli altri calabresi, anche per lui, è stato spiccato il mandato internazionale. Anche se i calabresi difficilmente lasciano la propria terra. Terra di poeti, navigatori e latitanti.

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