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Due unità di crisi per fronteggiare l’emergenza maltempo che si è abbattuto sulla Calabria. Sono state istituite a Cosenza e Reggio, presso le prefetture delle due
province maggiormente colpite dalle calamità. Ieri sera nel capoluogo bruzio il
rappresentante del governo, Melchiorre Fallica, ha tenuto una conferenza stampa per spiegarne il funzionamento e fare il punto sulla difficile situazione del cosentino.
Fino al momento della conferenza – ma il dato è in continua evoluzione – erano circa cinquecento (più o meno 150 famiglie) gli evacuati nei diversi comuni della provincia. Tra i casi più gravi, sotto il continuo monitoraggio dell’unità, ci sono di Cosenza (26 famiglie) Fagnano Castello (20), Belvedere Marittimo (26 + l’Asl), Montalto Uffugo (100 persone), Cetraro (12 famiglie), Amantea (3), Fiumefreddo Bruzio, Luzzi (3), Bisignano (5 persone), San Vincenzo La Costa e San Benedetto Ullano (2 famiglie). Ma situazioni di varia emergenza esistono anche in altri centri, come a Malvito, dove le condutture dell’acquedotto dell’Abatemarco ha subito danni, e Roggiano, dove una frana ha interrotto la provinciale 114 e minaccia alcune case. Al fianco del prefetto c’era il professore Pasquale Versace, del Dipartimento di Ingegneria Idraulica dell’Università della Calabria e membro della Commissione grandi rischi, che all’interno dell’unità coordinerà i gruppi di intervento per quanto attiene agli aspetti tecnicoscientifici.
Dunque, ha detto senza mezzi termini il docente Unical, «la situazione è seria, sarebbe stupido essere ottimisti. E non basterà una settimana di bel tempo per cancellare il rischio». Al tavolo della unità di crisi siedono anche gli ufficiali del genio minilare che è stato inviato nella regione. Nella tarda sabato in Calabria è infatti arrivato un contingente di circa 200 uomini del genio militare. Nuclei di specialisti sono stati inviati lungo gli itinerari colpiti per valutare i danni. Mentre presso l’aeroporto di Lamezia Terme, infine, è stato predisposto un elicottero per eventuali esigenze di ricognizione. Il loro apporto – ha spiegato il prefetto Fallica, è molto importante. Per quanto riguarda la viabilità, siamo appesi alla 18. Se cede la statale 18, sul Tirreno, ci resterà solo la 106 sullo Jonio. Per questo i genieri hanno montato una torre faro per monitorarla, a Fiumefreddo Bruzio. I gruppi operativi formati da ingegneri, geologi, tecnici dell’autorità di bacino, tecnici del Cnr, vigili del
fuoco, funzionari della protezione civile,militari e altre forze dell’ordine
stano già effettuando molti sopralluoghi, e stanno valutando caso per caso dove è necessario attuare lo sgombero e dove è invece non si corrono rischi.
«Fondamentale – ha ricordato Versace – è il contributo dei tecnici e delle associazioni presenti sul territorio per l’istituzione del presidi territoriali volontari».

Francesco Mollo

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