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E’ ripreso ieri, davanti al tribunale monocratico di Catanzaro, il processo a carico delle cinque persone rinviate a giudizio per turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta su presunti illeciti legati a gare d’appalto nel settore della sanità regionale. Al microfono si sono succedute due testimoni chiamate dal pubblico ministero Vincenzo Capomolla: Teresa Barletta, nella sua qualità di dipendente del policlinico «Mater Domini» di Catanzaro, e Laura Sardo, all’epoca dei fatti dipendente della società Ital Tbs, finita sotto la lente degli investigatori. Poi il giudice Rosario Murgida ha rinviato al 4 maggio, per sentire altri testi della pubblica accusa. Al processo, in cui è costituita parte civile l’As 11 di Reggio Calabria, sul banco degli imputati siedono Riccardo Fatarella, ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro; Mario Iacono, dirigente dell’Ital Tbs (la società che, secondo l’impianto accusatorio, sarebbe stata favorita nell’aggiudicazione di appalti per la fornitura di apparecchiature elettromedicali); Giuseppe Giusto, dipendente della stessa società; Francesco De Salvia, rappresentante per le vendite dell’Ital Tbs; Luigi Antonio Macrì, componente dellala commissione di gara dell’ex Asl 11 di Reggio Calabria (per il quale, sin dall’inizio l’accusa era solo di turbativa d’asta).
Per tutti, il 28 febbraio scorso, il giudice dell’udienza preliminare fece cadere l’accusa di associazione per delinquere, disponendo il rinvio a giudizio solo per turbata libertà degli incanti e solo rispetto a due delle sei gare inizialmente oggetto dell’inchiesta avviata dall’allora pm Luigi de Magistris. Quello stesso giorno il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, inizialmente coinvolto nelle indagini, venne prosciolto dalle accuse di associazione per delinquere e turbata libertà degli incanti.

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