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di ALESSIA COTRONEO
Ancora allarme isolamento nella punta dello Stivale, ma questa volta l’A3 non
c’entra. Nell’occhio del ciclone finiscono le linee ferrate e, nello specifico, il piano messo a punto da Trenitalia per trasformare la stazione di Lamezia Terme
in punto d’arrivo e di partenza per i treni veloci a lunga percorrenza (Eurostar e Intercity) diretti a Reggio Calabria e, via Villa San Giovanni, in Sicilia. Alla base della scelta, la chiusura temporanea per circa 4 mesi della tratta ferroviaria Rosarno-Vibo-Pizzo, che imporrebbe di dirottare i treni diretti a sud
sulla cosiddetta “via Tropea”, a binario unico, oppure, soluzione ventilata da
Trenitalia, di bloccarli a Lamezia. Contro questo «piano scellerato», che trasformerà la Calabria in una regione a doppia velocità e taglierà fuori l’Area dello Stretto dal trasporto veloce, insorge la Uil Trasporti. Ieri mattina, a Palazzo San Giorgio, sede del Comune reggino, il segretario regionale Pino Bartolo, affiancato da Pino Zito e Giovanni Itri, ha illustrato gli effetti dell’operazione, in termini di ricaduta economica e occupazionale e soprattutto di disagi per l’utenza della provincia reggina e messinese, al vicesindaco della città dei Bronzi, Giuseppe Raffa, al delegato all’Area dello Stretto, Candeloro Imbalzano, e agli assessori ai Trasporti reggino e messinese, Amedeo Canale e Carmelo Capone. «Nessuno potrà più dire “non sapevo” – tuona Bartolo – non ci sono più alibi per nessuno. È giunto il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità per aggredire la politica del gruppo Ferrovie dello Stato in Calabria. Dirottare la circolazione sulla “via Tropea” significherebbe anticipare o posticipare i treni in partenza da Reggio di 50 minuti. Sarebbe un’alternativa
valida all’interruzione a Lamezia, ma non si capisce perché non è sostenuta dalle
Fs. Come Uil Trasporti denunciamo da anni un costante disimpegno nell’Area dello Stretto e in questo quadro allarmante ci preoccupa il silenzio di una presidenza regionale che fino ad oggi non ha speso una sola parola su questo progetto. In questi giorni l’assessore regionale ai Trasporti si sta muovendo, ma a noi non interessa tamponare il problema, quanto piuttosto mettere in piedi un progetto concreto sull’alta velocità, che non è solo per i cittadini dello Stretto ma per tutti i calabresi». Se il “dirottamento” a Lamezia dovesse andare in porto, gli effetti sulla circolazione passeggeri e merci nel reggino e per la Sicilia
sarebbero disastrosi. I dati forniti da Uil Trasporti parlano chiaro: tre ore il tempo medio di percorrenza dei treni regionali da Reggio per Lamezia, coincidenze non previste con gli Eurostar e gli Intercity in partenza dal comune lametino, senza contare l’assenza di un numero sufficiente di carrozze e locomotori regionali in grado di intercettare l’utenza siciliana e reggina e trasferirla a Lamezia.
Ma c’è di più: il primo treno utile in partenza da Reggio con destinazione Roma, fa sapere il sindacato, sarebbe intorno alle 12:00 o, in alternativa, il treno regionale delle 5:10 per Lamezia. Una situazione paradossale, da terzo mondo, contro la quale le amministrazioni comunali dello Stretto promettono battaglia.
«Se è necessario faremo le barricate, non solo politiche – annuncia Imbalzano – perché è una battaglia che il territorio non si può permettere il lusso di perdere».
«Questa vicenda è la nostra Malpensa. Non si tratta solo di estromettere Reggio dal traffico ferroviario nazionale – ha aggiunto Canale – sono in ballo anche i collegamenti con la Sicilia e con il resto della regione. Per venirne fuori serve l’appoggio dei parlamentari reggini e calabresi».

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