X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

La Corte d’appello di Catanzaro, presieduta dal giudice Fortunato Rosario Barone, ha condannato Pantaleone Mancuso, 47 anni, esponente di spicco dell’omonimo clan di Limbadi (VV), ad una pena di 14 anni e sei mesi di reclusione.
Al termine del processo ‘Breccia’, Mancuso è stato riconosciuto colpevole di un grave estorsivo aggravato dalle modalità mafiose ai danni dell’imprenditore ittico vibonese Vincenzo Ceravolo, testimone di giustizia.
La Corte ha inoltre condannato a 4 anni e 6 mesi Nazzareno Colace, considerato organico al clan Mancuso. È giunta così all’epilogo una vicenda giudiziaria complessa che ha avuto origine nel 2002, quando Vincenzo Ceravolo, leader dell’omonimo gruppo imprenditoriale, denunciò il boss Mancuso e due suoi affiliati perchè stanco delle vessazioni subite a scopo estorsivo. Quella denuncia portò poi all’operazione della Dda di Catanzaro, con il supporto operativo della Squadra mobile di Vibo.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE