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Un tavolo tecnico tra il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero e il governo nazionale si svolgerà nella prossima settimana per affrontare nella sua complessa gravità il dramma dei danni causati dal maltempo in Calabria.
«La Calabria è in ginocchio – ha affermato il presidente Loiero, che potrebbe essere nominato commissario anche per l’emergenza determinata dal maltempo – ma faremo lo sforzo massimo possibile per farla ripartire. Da soli però non ce la possiamo fare. Ne abbiamo già parlato con i sottosegretari Guido Bertolaso e Gianni Letta negli incontri delle scorse settimane, lo ripeteremo ancora al tavolo governativo. Non vogliamo apparire apocalittici, ma la Calabria sta vivendo un’emergenza immane, con un territorio disastrato e un’economia sempre più in affanno. C’è bisogno di una terapia d’urto, non bastano più pannicelli caldi e speriamo. Il disastro maggiore è nelle infrastrutture viarie. Alcune strade sono sparite, altri sono impraticabili per la minaccia di frane, altre sono percorribili ma a rischio degli automobilisti».
«Alla difesa del suolo destineremo quanto più possibile – aggiunge Loiero – anche se bisogna tenere conto dei vincoli comunitari che non permettono di spendere i fondi del Por se non in determinati settori e con specifiche modalità. Per tale motivo ritengo essenziale e necessario un intervento massiccio del governo nazionale: non c’è regione in questo momento che ha bisogno quanto ne ha la Calabria per potersi risollevare. Voglio sperare che questo lo capiscano il Paese e il governo».
La Regione, se la risposta del governo non dovesse soddisfare i bisogni, affronterà la situazione con un piano di interventi attraverso i fondi comunitari.
Prima dell’incontro romano, il presidente Loiero intende avere un nuovo incontro collegiale con gli amministratori locali, molti dei quali singolarmente o a gruppi, in queste settimane hanno avuto contatti frequenti con gli uffici della presidenza e della giunta. L’incontro è stato programmato per lunedì prossimo a Lamezia Terme. Vi prenderanno parte i sindaci dei comuni interessati, i presidenti della cinque Province, gli amministratori delle comunità montane e dei consorzi di bonifica e di altri enti e istituzioni.

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