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Soffocamento o malore: sono queste, al momento, le ipotesi avanzate dagli investigatori per spiegare la causa del decesso di Rosa Stanà, di 88 anni, morta ieri sera nel corso di una rapina nella sua abitazione, a Borgia, piccolo paese di 7.000 abitanti ad una decina di chilometri dalla cosca ionica catanzarese. Da un primo esame esterno, la donna non presenterebbe segni apparenti di violenza. La certezza, comunque, la si avrà solo dopo l’autopsia che potrebbe essere effettuata oggi. Non destano preoccupazioni, invece, le condizioni della figlia, Laura Furfaro, di 69 anni, ricoverata in stato di choc nell’ospedale di Catanzaro. Secondo una prima ricostruzione fatta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Girifalco, l’aggressione sarebbe avvenuta tra le 18.30 e le 19. I banditi, sul cui numero non c’è alcuna certezza, sono entrati nell’abitazione di Rosa Stanà, posta al piano terra di una palazzina di via della Repubblica, vicino al centro del paese, l’hanno immobilizzata e chiuso la bocca con del nastro adesivo, approfittando dell’assenza della figlia che ogni sera, alle 18.30 esce per andare a messa. Quando la donna è tornata non ha avuto il tempo di rendersi conto di niente. Appena varcata la soglia è stata immobilizzata a sua volta.
I banditi, ormai indisturbati, hanno preso il denaro che hanno trovato in casa e sono fuggiti. Laura Furfaro è riuscita a liberarsi intorno alle 20.30 ed ha chiamato un nipote che, a sua volta, ha avvertito i carabinieri. Quando i militari sono giunti sul posto hanno accertato che Rosa Stanà era morta.
Agli investigatori, prima di essere portata in ospedale, Laura Furfaro è riuscita a dire solo che i banditi non hanno mai parlato tra loro e questo rende impossibile stabilire se si tratti di gente del posto, oppure venuta da qualche paese vicino o se, infine, fossero stranieri. Anche sul numero, la donna non è riuscita a dare indicazioni utili ai carabinieri.

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