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Persiste la fase stagnante che caratterizza l’economia della regione dalla primavera del 2007. Il dato emerge da uno studio presentato questa mattina a Bologna in occasione del workshop sul tema «Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali», realizzato grazie alla collaborazione tra UniCredit Banca e RegiosS – l’associazione fondata da un gruppo di ricercatori e studiosi di economie regionali appartenenti a diversi Atenei e istituzioni di ricerca.
Nello specifico lo studio focalizza l’attenzione su due realtà regionali profondamente diverse, l’Emilia Romagna e la Calabria: l’Emilia Romagna incide per l’8,9% sul Prodotto Interno Lordo nazionale (Istat anno 2007) mentre la Calabria per il 2,2% (Istat anno 2007).
In Calabria – dove il prodotto interno lordo nel 2007 ha raggiunto i 28,2 miliardi di euro, presentando una debole crescita rispetto al 2006 (0,2%) – l’indicatore di attività economica nel terzo trimestre del 2008 si mantiene attorno allo zero, persistendo nella fase stagnante che caratterizza l’economia della regione dalla primavera del 2007.
«Più nel dettaglio, – si legge nello studio – la domanda estera risulta sempre in calo, con una riduzione nel terzo trimestre delle esportazioni di circa il 30% su base annua e nel mese di ottobre del -1,9%. In diminuzione anche le importazioni che nel terzo trimestre del 2008 si posizionano sui 148 milioni di euro (-22,5%). Anche dal lato della domanda interna la situazione non è positiva, con le immatricolazioni di auto fortemente negative che hanno fatto registrare in settembre un -13,6% e -29,5% in novembre. L’andamento dell’indicatore regionale appare tuttavia – si fa rilevare – , fin dall’inizio del 2008, su livelli più alti rispetto all’indicatore del Mezzogiorno. La situazione economica regionale appare più problematica se si analizzano nel dettaglio alcune delle variabili utilizzate per la costruzione dell’indicatore».

La domanda estera risulta sempre in calo, con una riduzione nel terzo trimestre delle esportazioni di circa il 30% su base annua e nel mese di ottobre del -1,9% a/a. Il continuo calo dell’export porta alla progressiva riduzione degli scambi con l’estero; tale dato è avvalorato anche dalla diminuzione delle importazioni che nel terzo trimestre del 2008 si posizionano sui 148 milioni di euro (-22,5% a/a).
Anche dal lato della domanda interna la situazione non è positiva, con le immatricolazioni di auto fortemente negative che hanno fatto registrare in settembre un -13,6% a/a e -29,5% a/a in novembre. I livelli degli ordini e della produzione (indagine Isae) continuano ad essere negativi, mentre risultano positive le aspettative future sia in relazioni agli ordini che alla produzione, che però assume in dicembre un valore negativo pari a -6. L’indice dei prezzi al consumo dopo aver raggiunto il valore massimo in giugno (+4,1% a/a), diminuisce portandosi in dicembre a +1,9% a/a, valore inferiore a quello medio nazionale. Nel terzo trimestre dell’anno il numero delle imprese attive è sostanzialmente stabile ma si assiste ad una riduzione delle nuove iscritte (-1,6% a/a) ed a un aumento delle cessate (+10,4% a/a). Il mercato del lavoro mette in evidenza segnali poco confortanti. I tassi di occupazione e attività diminuiscono (rispettivamente -1,1% e -1,2%) mentre quello di disoccupazione aumenta leggermente nel terzo trimestre del 2008 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Si registra una riduzione del numero di occupati totali e del settore industriale (rispettivamente – 2,4% e -1,6% su base annua), mentre aumentano leggermente quelli dei servizi (+0,5% a/a).

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