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Solo un episodio avrebbe potuto decidere questa partita maschia, resa ancora più difficile dal terreno allentato per la pioggia. L’episodio però bisogna saperlo sfruttare e la Val di Sangro lo ha capitalizzato al massimo, cogliendo con un gol vittoria e gloria, mentre il Cosenza recrimina per un un’ottima occasione sprecata da Mortellitti a inizio ripresa. Vittoria e gloria, perché al ‘Comunale’ di Montemarcone di Atessa arriva la capolista Cosenza con al seguito 300 tifosi e tanto di diretta tv. La Val di Sangro si presenta in campo con un accorto 4-5-1 che vede in Fiorotto l’uomo destinato ad affiancare nelle azioni offensive l’unico terminale d’attacco, Memmo. Il Cosenza gioca invece un 4-4-2 classico con Danti e Mortellitti davanti. In campo la differenza di classifica si vede a tratti: il Cosenza è più tecnico e soffre la capacità di chiudersi dei sangrini, aiutati nella missione dalle dimensioni del campo e dal terreno allentato. Non è un caso che la Val di Sangro sia finora imbattuta tra le mura amiche console tre reti al passivo. Tanto è vero che la prima conclusione degna di nota dei rossoblu arriva al 22′ con Ramora, che impegna a terra Ameltonis. A parte una selva di calci piazzati e una costante supremazia territoriale, il Cosenza non tira praticamente mai in porta, salvo qualche tentativo in mischia negli ultimi minuti del primo tempo (40′ e 45′). L’avvio del secondo tempo promette scintille. Toscano
cambia Ramora per Catania e chiede ai suoi più verticalizzazioni: pronti via, al 4′ Mortelliti manda di poco a lato da ottima posizione, dopo essere stato liberato da un assist di Danti, il più vivace in avanti. Il Cosenza ora è più deciso e cerca di sfondare centralmente con dei triangoli veloci: al 5′ è la volta di Catania, che scambia con Mortelliti e conclude a lato. La Val di Sangro non si fa schiacciare e risponde per quel che può: all’8′ è Fiorotto a penetrare in area di rigore e a creare scompiglio con un tracciante che attraversa tutto lo specchio della porta senza che nessuno intervenga. Al 14′ Moschella continua a provarci su punizione, anche se la porta di Ameltonis è a circa quaranta metri di distanza: la mira odierna, però, non era delle migliori. Sempre Fiorotto al 17′ trova Memmo in area di rigore in posizione ottimale per concludere, ma Braca respinge con il corpo. Dopo la partenza sprint del secondo tempo, il Cosenza sembra non riuscire ad avere ragione di questa combattiva Val di Sangro, che al
27′ trova l’insperato vantaggio. Braca contrasta Paris di testa a centrocampo e l’arbitro fischia una dubbia punizione: lo stesso Paris la batte crossando al
centro dell’area di rigore dove Memmo si fa trovare pronto alla deviazione in
scivolata, non prima che la palla fosse passata tra una selva di gambe. Il Cosenza non ci sta, vuole raddrizzare la partita: entra Polani, l’ariete al
rientro da un infortunio che lo ha tenuto fermo per un mese, per un difensore, il terzino sinistro Chianiello. Toscano passa a un 3-4-3 con Polani centravanti
centrale, con al suo fianco Galantucci (entrato al posto di Danti al 20’st) e Mortelliti. Lo schema evidenzia la volontà di pareggiare quantomeno la partita, ma
le azioni offensive della capolista non sono efficaci e producono solo alcuni tiri
dalla distanza, soprattutto sugli sviluppi dei calci d’angolo, (31′ e al 41′). Alla fine il Cosenza ne batterà sette, contro i tre dei sangrini, ma senza mai impensierire Ameltonis. Nei sei minuti di recupero c’è tempo solo di annotare l’espulsione di Galantucci (46′) per fallo di reazione su Epifani a gioco fermo.

Pierpaolo Di Nenno

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