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Operazione della Guardia di finanza contro presunti componenti di un’organizzazione criminale accusata di avere attuato una truffa, ottenendo indebitamente finanziamenti, ai danni dell’Unione europea e dello Stato.
I reparti dei comandi provinciali di Cosenza e Catanzaro hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare e dieci obblighi di dimora.
I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Cosenza. La truffa contestata alle persone coinvolte nell’operazione ammonta a 75 milioni di euro. Sequestrati, inoltre, beni mobili ed immobili per un valore di oltre 50 milioni di euro.
Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare figura il commercialista Ferdinando Marini, di 68 anni, titolare di due studi a Cosenza, che secondo gli inquirenti sarebbe a capo dell’organizzazione criminale. Nei confronti di Marini il gip di Cosenza ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che non è stata però eseguita perchè il commercialista si trova attualmente all’estero per motivi di salute.
Per altri dieci indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari e per altri 11, l’obbligo di dimora. Lo studio di cui è titolare Marini avrebbe curato l’istruttoria dei progetti imprenditoriali da finanziare realizzando in tal modo, secondo gli investigatori, dei “pacchetti truffaldini chiavi in mano”. Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati gli stabilimenti industriali della Rabà srl e della Ceramiche Mortati sas, a San Marco Argentano e Spezzano Albanese, in provincia di Cosenza.
Sequestrati anche un’imbarcazione da diporto denominata Sparkling (che ha dato il nome all’operazione) e cinque milioni di euro in contanti. L’operazione ha portato anche al sequestro di cento immobili tra appartamenti, ville, terreni e strutture commerciali che erano nella disponibilità delle persone contro le quali sono state emesse le misure cautelari.
Intanto si apprende che la commissione parlamentare antimafia nel dicembre del 2007, dopo l’audizione del procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia Emilio Ledonne, aveva individuato come la quasi totalità dei finanziamenti pubblici derivante dalla legge 488/92 passasse proprio da Cosenza, attraverso pochissimi studi professionali. I finanziamenti pubblici andavano nelle mani di una ristretta cerchia di professionisti. Le investigazioni svolte dalla Guardia di Finanza si erano quindi concentrate su quei professionisti/consulenti che potevano essere in grado di pianificare e ideare strategie illegali da consigliare ai clienti e dalle quali anche gli stessi consulenti traevano ingenti profitti tutti comunque derivanti dai finaziamenti pubblici oggetto di truffa.
Le indagini eseguite nei confronti degli studi di consulenza «Centro servizi di Marini Ferdinando & c. s.a.s.» e «Marini & associati s.r.l.» avrebbero consentito di accertare come all’interno degli stessi studi si fosse creata un’articolata struttura che aveva generato un vero e proprio mercato di servizi illegali. I due studi, facenti capo alla stessa famiglia, secondo le Fiamme Gialle, oltre ad illustrare alla componente imprenditoriale le procedure che regolano i finanziamenti pubblici previsti dalla legge n. 488/92, delineava anche i possibili espedienti da porre in essere per riuscire ad ottenere comunque indebitamente i fondi, nonchè gli artifici e raggiri necessari ad indurre in errore i funzionari delle banche concessionarie e del ministero dello Sviluppo Economico attraverso la rendicontazione di oneri di spesa fittizi o, quantomeno, nettamente superiori al reale costo sostenuto.

GLI ARRESTATI:
Sono dieci le persone nei confronti delle quali sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Si tratta di Adelaide Marini, di 40 anni, Ferdinando Morelli (50), Maurizio Ciurlia (46), Monica Conforti (34) e Luigina Bombino (42), tutti di Cosenza; Giuseppe Cimino (45), di Corigliano Calabro (Cosenza) ed Antonella Nicolai (50) e Fabrizio Neri (64), entrambi di Roma. A Rottofreno (Piacenza) l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari è stata eseguita nei confronti di Giovanni Aidi (62) e Bruna Motta (54).
Le misure degli obblighi di dimora sono state emesse nei confronti di Agostino Amato (55), di Spezzano Albanese (Cosenza); Ivano Mauro (39), di Bisignano (Cosenza); Salvatore Starita (43), di Amantea (Cosenza); Martino Laurenzano (49), di Plataci (Cosenza); Paolo Castoldi (51), di Lissone (Milano), Luigi Camminati (69), di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), Margherita Rossi (57, di Piacenza e Silvano Pighi (48), di Gropparello (Piacenza).

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