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Continua a tenere banco la vicenda legata all’aeroporto di Crotone, Sant’Anna. Stavolta le dichiarazioni appartengono al segretario della Uil, Domenico Tomaino. «Se la buona sorte ci avesse fatto nascere ad Ancona piuttosto che a Rimini – ha dichiarato – nella quasi certezza non vivremmo una vicenda inverosimile come questa».
I fatti
La maggioranza privata della società è determinata da un capitale misto che fa riferimento al gruppo Radici (47%) e alla Romano spa (5%); alla scadenza del 17 gennaio 2009 occorreva intervenire in termini di ricapitalizzazione e «pare» che i due privati abbiano già provveduto, mentre «pare» che i soggetti pubblici, Regione – Provincia e Comune di Crotone, debbano ancora versare le rispettive quote di, centosettantamila, centottantatremila e ventimila euro. L’attuale situazione debitoria si attesterebbe intorno al milione di euro, riconducibili a debiti con privati, enti pubblici e salario arretrato dei lavoratori, mentre potrebbero essere attivati crediti nei confronti di AirOne e AirBee per oltre duecentomila euro. Intanto, il bando di gara per gli oneri di servizio pubblico è stato rimodulato qualche giorno fa con un aumento del contributo alle compagnie aeree e la formulazione di un nuovo orario nella tratta Crotone-Milano-Crotone; nel frattempo i lavoratori non percepiscono un quattrino dal dicembre scorso.
«Questi – ha evidenziato Tomaino – sono i fatti più salienti riconducibili almeno agli ultimi sei mesi, da quando, cioè, AirBee ha effettuato l’ultimo volo e rispetto al quale ci saremmo aspettato una sorta di attivismo da parte della società che ha gestito il passato, più o meno remoto, ma soprattutto il presente ed il futuro dello scalo crotonese. Ed invece niente, niente di niente. Eppure il sindacato e i lavoratori hanno offerto, a piene mani, la massima collaborazione per la ripresa delle attività di volo. Abbiamo, a più riprese, chiesto l’apertura di un tavolo di confronto fra pubblico e privato, senza che mai nulla accadesse; offrendo su un piatto d’argento ai livelli istituzionali interessati una comoda via di fuga. A loro dobbiamo chiedere, con assoluta perentorietà, di versare le quote, anche quelle arretrate, con le quali si erano impegnati a sostenere un’azione di risanamento e di rilancio, altrimenti sono degli spudorati mentitori. Ed è quello che, nelle prossime ore, faremo con Loiero, Iritale e Vallone. E così verificheremo, finalmente, chi opera per il bene del territorio e chi nell’orto istituzionale continua a coltivare impunemente «finocchi ‘i timpa». Il cosiddetto «volicchio» quotidiano rappresenta l’unica speranza a cui aggrapparsi per avviare quell’azione di recupero contro il profondo isolamento infrastrutturale nel quale siamo sprofondati. Ed il privato deve sapere che neanche a loro consentiremo di proseguire nella pericolosa logica attendeista nella quale sembrano aver scelto di collocarsi. Non conosciamo il pensiero del gruppo Radici sul futuro dello scalo, nè – ha continuato – sappiamo se esiste un piano dei servizi nel quale collocare le future attività aeroportuali. Si sappia che le attività del S.Anna interessano l’intero territorio provinciale ed oltre e, quindi, avremmo voluto che la società di gestione, utilizzasse questi lunghi e logoranti mesi di fermo per promuovere, per esempio, verso i comuni una vera e propria azione promozionale e di sensibilizzazione. Tutto ciò è molto sconfortante. Ma del resto, a quanto ci è dato sapere, parrebbe che neanche fra il menagment del privato vi siano grandi momenti di confronto». Vicenda aperta, dunque. Si attendono tempi ancor più duri.

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