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Hanno risposto alle domande del gip di Catanzaro, Camillo Falvo, negando ogni addebito, i tre imprenditori arrestati venerdì scorso con l’accusa di aver fatto da tramite tra la cosca Mancuso di Limbadi e le aziende impegnate nei lavori di rifacimento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria costrette a pagare una tangente sull’importo dei lavori.
Salvatore Mazzei, di 53 anni, di Lamezia Terme, Antonino Chindamo, di 34, di Vibo Valentia, e Giuseppe Prestanicola, di 54, di Soriano Calabro, sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa ed estorsione. Gli indagati avrebbero sostenuto che le intercettazioni contenute nel provvedimento restrittivo si prestano a varie interpretazioni ed hanno fornito la loro versione dei fatti.
I legali di Mazzei, nello specifico, hanno depositato al gip alcune denunce presentate nel corso degli anni dall’imprenditore contro alcune persone accusate di avergli fatto richieste estorsive. E’ attesa al massimo per giovedì la decisione del gip sulla conferma della custodia in carcere.

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