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di TERESA ALOI
Ad allarmare gli agenti della polizia ferroviaria erano state proprio quelle grida che provenivano da uno dei binari della stazione di Catanzaro Lido. Urla, tante, che intorno alla 23 avevano squarciato il silenzio che, fino a qualche momento prima, aleggiava nella stazione catanzarese quasi deserta, in attesa che il treno Espresso 890 proveniente da Reggio Calabria e diretto a Roma Termini facesse il suo ingresso.
Loro, due ragazze, due sorelle di 26 anni e 22 anni erano arrivate in stazione intorno alle 22,15: a bordo del convoglio proveniente da Reggio viaggiava una loro amica che erano andate a prendere. Accanto a loro due cittadini, identificati in un momento successivo di nazionalità afgana, che, secondo il racconto fornito dalle due giovani agli agenti della polizia ferrroviaria, avrebbero cominciato ad infastidirle, nonostante la presenza della madre (che tuttavia non avrebbe assistito alla scena perché poco distante dalle figlie) e non solo con le parole.
Perché poi si era passati ai gesti. Gesti volgari, (movimenti di lingua con relativa simulazione di baci oltre che movimenti delle mani) all’indirizzo delle due sorelle che accortesi di essere oggetto delle attenzioni, non proprio ortodosse, dei due ragazzi avevano cominciato a chiedere aiuto per evitare che la vicenda degenerasse in qualcosa di più grave.
Immediato era stato l’arrivo degli agenti che, allarmati dalle urla, avevano bloccato Sayed Rehman Mousavi, 29 anni, e Ali Sayed Haidary, 24 anni entrambi domiciliari a Isola Capo Rizzuti, invitandoli a seguirli nel posto di polizia ferroviaria proprio per fornire le proprie generalità. Una volta individuati i due cittadini afgani sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per atti osceni. Poi, al termine delle procedure e formalità di rito i due hanno potuto far rientro nelle loro abitazioni.

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