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di ILARIO CAMERIERI
Il sogno di un Paese multirazziale, aperto, tollerante, laborioso, colto, disponibile al confronto. Un Paese composto da donne e uomini che lo amano. E’ quanto si augura Ilario Ammendolia, sindaco di Caulonia, introducendo la discussione sul diritto di voto agli immigrati durante i lavori del recente consiglio comunale. Una proposta che ha riscontrato l’unanimità dei consensi. Un percorso iniziato già dalla seconda seduta della consiliatura eletta nella primavera 2007. In quella sede veniva deliberata l’adesione alla rete dei Comuni solidali. La scorsa festa del 1° maggio venne interpretata con la partecipazione degli immigrati. L’inizio di un nuovo modo di interpretare la presenza di nuovi cittadini, di nuovi lavoratori, di nuovi vicini di casa. In agosto, difronte all’emergenza Lampedusa, Caulonia, unitamente ai Comunidi Riace e di Stignano, presentò la propria disponibilità ad accogliere parte di quelle genti. A settembre arrivarono a Caulonia 60 richiedenti asilo, nell’ambito del progetto SPRAR; prevalentemente donne, soprattutto giovani.
E’ stato qualcosa di rivoluzionario. La gente del posto che aveva conosciuto l’emigrazione, non è rimasta inerme, passiva. L’estensione del diritto di voto avviene nell’ottica e sui principi fondanti della carta costituzionale, quando parla della sacralità della persona umana. Perché bisogna lavorare per una società formata da persone che abbiano gli stessi doveri e gli stessi diritti. E, i migranti, non sono estranei ma parte integrante di questo discorso». L’intento del sindaco di Caulonia è quello di modificare lo Statuto Comunale e, in ottemperanza al dettato normativo vigente, concedere il diritto dell’elettorato attivo e passivo (cioè, diritto di voto e di candidatura) agli immigrati ed ai migranti. Per immigrati vanno intesi i cittadini regolermente registrati all’anagrafe delle popolazione residente in possesso dei requisiti previsti per i cittadini dell’Unione Europea. I migranti, invece, sono quelle genti che arrivano a Caulonia in cerca di asilo. Qualora non dovesse essere possibile tale ipotesi, il Comune di Caulonia, e il presidente del consiglio comunale Roccisano, avvierà l’istituzione di una Consulta degli immigrati. La quale eleggerà un rappresentante degli immigrati ed uno dei migranti, che parteciperà ai lavori di particolari sedute consiliari, con diritto di parola e senza il diritto di voto. “Perché – sostiene Ammendolia – senza un progetto di società, senza una idea di comunità largamente condivisa, i nostri paesi ripiegheranno sempre più al loro interno. La Politica – stigmatizza – è altra cosa. La politica è fatta da tante persone che studiano e lavorano, che vivono serenamente l’uno accanto all’altro”.
Quindi, la ferrea volontà di costruire una società di uomini che abbiano uguale dignità, uguali possibilità, uguali diritti e doveri?
“Certo! Ospitare i migranti non è stata una idea estemporanea, ma il naturale approdo d’una “ antica”cultura che tende ad una comunità aperta, custode di una propria identità ma disponibile ad arricchirla con quanto di positivo proviene da altri popoli. I migranti –continua – per il solo fatto di affrontare pericoli indicibili pur di cambiare vita, potrebbero essere una forte iniezione di ottimismo, di audacia, di vitalità di cui abbiamo un gran bisogno. Noi abbiamo un gran bisogno dei migranti almeno pari a quello che loro hanno di noi. Si tratta di fonderci in una unica comunità. Certo, e’ difficile in mancanza d’una legge adeguata, ed in presenza di una politica del governo che svuota di poteri reali le comunità locali”. Ma quali possono essere le forme di intervento, oltre al diritto di voto, che un’amministrazione locale può attivare per una reale integrazione?
“Noi dobbiamo accogliere i migranti indicando loro la possibilità di svolgere un ruolo attivo nelle nostre comunità. Il diritto di voto sarà una sfida ardua e di lunga lena il cui risultato non è per niente scontato.
Ma il riconoscimento del diritto di voto agli immigrati non è contemplato dal nostro ordinemento?
«Noi non desisteremo dall’appellarci anche alla Corte Costituzionale per il riconoscimento di questo diritto. La Carta Costituzionale parla della sacralità dell’uomo, della sacralità della persona ».
Quale ruolo potrà assumere la Calabria in questo progetto?
«Deve essere una scelta politica molto prima che un atto amministrativo. Un progetto che mostri la Calabria migliore, senza ndrangheta, generosa, vitale, solidale. Io credo in questo progetto, ma certamente non lo posso portare avanti da solo. Non basta l’intera amministrazione comunale, o meglio, l’intero consiglio comunale. Occorre il volontariato, occorre l’associazionismo, occorre la politica».

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