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Ettore Jorio, soggetto attuatore del settore sanità della Regione Calabria, interviene con una dichiarazione dopo l’incontro romano sui conti della sanità calabrese e le dichiarazioni rese dal vicepresidente della Regione Domenico Cersosimo. Spiega la sua versione dei fatti e precisa sei punti. Il più importante, però, è quello in cui spiega che il debito non è di 198 milioni di euro, bensì di 123,6 milioni. «Mi si coinvolge nella determinazione del debito pregresso regionale e in particolare – ha detto Jorio – di un maggiore debito annotato nei consuntivi aziendali di esercizio 2007. Mi si ritiene, però, autore delle relative iscrizioni in bilancio. Al riguardo, va precisato: che la somma annotata nei bilanci 2007, a seguito degli accertamenti riferiti ai debiti pregressi, è di 123,6 mln di euro e non già di 198 mln; che nella qualità di soggetto attuatore del Commissario per l’emergenza non ho avuto modo di iscrivere direttamente alcunchè nei bilanci di esercizio 2007 e 2008, anche perchè sprovvisto di qualsiasi titolo per farlo; che la suddetta cifra altro non è che la somma delle sopravvenienze passive (rectius, i maggiori debiti e costi mai annotati ed accertati), scaturenti dalla ricognizione del debito pregresso 2001-2006, ma soprattutto delle insussistenze dell’attivo (rectius, la cancellazione di crediti inesistenti che le aziende si riportavano da anni) registrata nel conto economico del 2007, nell’assoluto rispetto delle norme civilistiche e fiscali, nonchè in ossequio ai principi contabili nazionali e internazionale, anche IPSAS; che le dette appostazioni contabili sono state iscritte (non poteva essere altrimenti) dalle Aziende sanitarie e ospedaliere a seguito di accurati controlli e riconciliazioni effettuate con la dirigenza regionale, sotto la vigilanza e secondo gli indirizzi forniti dal Commissariato per l’emergenza con apposite linee guida; che il debito pregresso 2001-2007 accertato dal Commissariato, che pare essere stato condiviso nella totalità dall’advisor governativo, è stato di 1.792 mln di euro, oltre all’eventuale deficit risultante dal rendiconto delle spese accentrate della Regione, agli altrettanti molto eventuali riconoscimenti dei debiti fuori bilancio da doversi formalizzare e al contenzioso in atto gestito direttamente dalla Regione in materia sanitaria; che, infine, bisognerebbe pretendere dal Governo l’estromissione delle componenti straordinarie (sono tali le riferite sopravvenienze e insussistenze passive dei pretesi 198 mln di euro) dal calcolo del disavanzo operativo 2007, proprio per la loro straordinarietà e, quindi, di spalmarle per gli anni di competenza (2001-2006) al fine di farle rientrare nell’invocato piano di rientro. Un fiume in piena, quindi, che certamente non permettere di chiudere qui il discorso.

Leggi di seguito l’articolo con le dichiarazioni di Cersosimo

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