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di ADRIANO MOLLO«Voglio approfittare di questa congiuntura difficile per dare ai calabresi una sanità normale. Dobbiamo fare delle scelte, chiuderemo ospedali, ma non offriremo solo disgrazie. Dirò le cose come stanno nei prossimi giorni con una comunicazione diretta ai calabresi »: Comprende che è aunbivio il presidente della Regione Agazio Loiero, a chi gli chiede dell’esito dell’incontro mattutino con il centrodestra sulla sanità, dice: «E’ stato un confronto franco e senza veli». Costi quel che costi, è arrivato il momento delle scelte e il presidente lo ha detto a Pino Gentile, Pasquale Senatore, Giovanni Nucera, Michele Trematerra, Gianpaolo Chiappetta, Francesco Talarico, Domenico Tallini e Salvatore Pacenza. Questa mattina toccherà al centrosinistra e nel pomeriggio al sindacato. Da parte di tutti c’è stata la condivisione dei gravi problemi e la giunta ha ipotizzato un percorso che dovrà portare all’azzeramento del deficit e alla nuova offerta di assistenza. Sull’entità del debito regna si parla di 1,7 miliardi di euro. Cifra che potrebbe cambiare ma non di molto.
«Quello alla Salute è un principio irrinunciabile che riguarda tutti i cittadini calabresi», ha detto Loiero ai consiglieri regionali. «Sentivo il bisogno di dirvi come stanno andando le cose in Sanità, fornirvi tutti i numeri disponibili e chiedere uno sforzo unanime per venire fuori da una situazione che tutti stiamo subendo». La giunta sta lavorando a un piano di rientro che non prevede chiusure, ma riconversioni di alcuni ospedali in Case della Salute, di Utap, di presidi diffusi, tutti dotati di «professionalità adeguate e di tecnologia di avanguardia che permetteranno efficienza e risparmi».
Loiero ha insistito: «Il gioco cambia» e si impone «un’unità d’intenti». Spiegando che ha voluto lui che si face chiarezza sui debiti «una volta per tutte». Il presidente, paventando drastici interventi sulle ragionerie delle Asp e della Aziende Ospedaliere responsabili di conti che il governo ha giudicato come assolutamente non credibili e inaffidabili, ha elencato i mali che affliggono il settore. Tra questi mali, individuati dai tecnici, la mancanza di un sistema informativo che consenta di monitorare l’evolversi della situazione per indirizzare l’azione di governo, la forte disomogeneità tra pubblico e privato, i costi della farmaceutica in alcune aree incontrollabili, il costo del personale (ipertrofico quello amministrativo in alcune aziende), i ricoveri inappropriati che gravano in maniera abnorme sui bilanci, gli sprechi generalizzati.
Tutti i presenti, secondo quanto riferisce una nota del portavoce Pantaleone Sergi, hanno dato atto a Loiero degli sforzi che sta facendo per risanare i conti. «Le responsabilità sono di tutti e nessuno può dire io non c’ero perchè il debito viene da lontano», ha affermato Senatore (La Destra), sollecitando un colpo di reni di tutta la classe dirigente.
Sulla stessa lunghezza d’onda Talarico (Udc) assicurando il contributo al Piano sanitario e a predisporre strumenti legislativi adeguati al rilancio del settore. Per Chiappetta (Pdl), invece “C’è bisogno di approfondire”, mentre Tallini è andato oltre offrendo il coinvolgimento diretto del centrodestra anche sui tavoli romani «per togliere a tutti tentazioni di strumentalizzazione per una realtà da addebitare ai vari governi». Un «discorso di prospettiva» quello di Trematerra, pronto a partecipare allo sforzo collettivo: «Salvare le persone con un sistema di urgenza-emergenza che funzioni, niente chiusure ma trasformazione di ospedali, bloccare in qualche modo la mobilità passiva sempre più onerosa». Per Gentile «la situazione è gravissima e dal federalismo arriveranno altre difficoltà. È la volta buona per far quadrare i conti, intervenendo dove c’è da intervenire».

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