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Due manager italiani bloccati dalla polizia alla dogana tra la Francia e la Svizzera. Con loro avevano 21 milioni di euro in vari titoli. Le verifiche sono legate, secondo quanto trapela dalla Procura della Repubblica di Crotone, all’inchiesta «Basilide» che, nei giorni scorsi, ha portato il sostituto procuratore Pier Paolo Bruni all’emissione di quattro avvisi di garanzia e ad effettuare alcune perquisizioni relative al fallimento del consorzio Eurosviluppo. I due manager fermati dalla polizia francese sono Roberto Baroni, di Pavia, e Maurizio Mian di Ivrea (To). Nel corso di alcuni controlli di routine, la polizia ha scoperto i 21 milioni di euro in titoli e ha provveduto al fermo per verificare la provenienza e l’utilizzo. Tra i ruoli ricoperti da Baroni, il cui nome compare nel decreto emesso dal pm Bruni, anche quelli di amministratore unico del consorzio Eurosviluppo, presidente del Consiglio di amministrazione di Pianimpianti, amministratore unico di Ricurfin e di Biomasse Italia. Secondo le ipotesi formulate dalla procura calabrese, nell’ambito dell’inchiesta «Basilide», i fondi pubblici per il piano di sviluppo di Crotone sarebbero stati trasferiti nelle banche del Lussemburgo. Ben 400 miliardi delle vecchie lire del contratto di programma che sarebbero andati perduti tra la costituzione di società. Gli avvisi di garanzia, in particolare, hanno raggiunto Aldo Bonaldi, residente nel Principato di Monaco; Roberto Mercuri, residente a Milano, Annunziato Scordo, di Catanzaro; Michelangelo Marinelli di Modena, tutti amministratori di società legate alla realizzazione del Contratto di programma. I reati contestati vanno dalla bancarotta fraudolenta al falso e alla truffa.

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